In tempi moderni, dove il corpo viene rivisto in proporzioni e lunghezze, la gonna, con la sua mutevole immagine, è il simbolo di una crescita inarrestabile verso l’inclusione di ogni genere e forma. Nata come abito puramente femminile, rigorosamente lunga, anzi lunghissima, è stata per millenni l’indiscussa protagonista del guardaroba femminile, fino ai primi del 1900, quando venne introdotto il woman pants. Da allora la gonna, per poter resistere alle innovazioni dei tempi, dovette aggiornarsi, scegliendo di accorciare la sua lunghezza. Gli anni ’60 e ’70 portano poi alla nascita della mini-skirt e in pochissimo il modello diventò l’uniforme delle nuove generazioni. Dopo questa modifica strutturale all’immaginario femminile, colmo di significati estetici, la gonna ritornò protagonista delle collezioni, divenendo interprete di una rinnovata femminilità. Da mini, le collezioni FW 23, la presentano anche in versione “micro”, ancora più corta e ancora una volta diversa, capace di appropriarsi di uno spazio nel guardaroba temporale. Dai ricami di Chanel alle lavorazioni tridimensionali di Valentino, la mini-skirt torna a far parlare di corpo, dando forma al domani del womenswear.

Un tempo tema di dibattito per i più conservatori, simbolo della crescita sociale, la micro-skirt traccia un percorso di riscoperta dei valori culturali. E a far da guida in questo percorso, le ultime collezioni FW 23 si pongono l’obiettivo ultimo di decifrare i complessi codici dell’etica.

La prima maison ad illuminare il cammino è Chanel, che equilibra le parti: tailleur, divenuto negli anni immagine di un rigore formale, e mini-skirt, che incorpora le battaglie femminili degli anni ’30, alle quali la maison delle origini dedicò i suoi modelli più iconici. Sulla stessa linea si muove Etro, che, sotto un long coat in tweed, nasconde una micro gonna dalla stessa lavorazione. Tinte accese come il viola e il giallo incorniciano una femminilità lontana nel tempo, figlia della tradizione e sorella dell’innovazione.

 

Non si può dire lo stesso per JW Anderson, che, nella pelle scura delle sue micro skirt FW 23, intesse tutta la modernità dei suoi tempi. Diventa pop, con le scarpe sportive alle quali si abbina, ma al contempo conservatrice, se la si guarda dalla vita in su, dove il top nasconde quello che al contrario le gambe rivelano. Quella stessa rivelazione di cui tratta Valentino, che veste del suo iconico rosso la skirt più micro di tutte. “Simbiotica”, la definisce il direttore creativo Pierpaolo Piccioli, che spoglia di ogni giudizio il corpo femminile restituendo alla donna la possibilità di mostrarsi, definirsi e narrarsi un millimetro di pelle alla volta.

Storie comuni intessute in poco tessuto, che veste – anzi spoglia – la donna da ogni forma di giudizio. Una gonna che è il principio di molte altre, ancora tutte da progettare. Come la stessa donna, ogni giorno diversa, nuova, come la gonna che l’accompagna.