“L’innovazione è compagna di lunga vita della tradizione”, disse qualche anno fa l’autore John O’Neil, rivolgendosi alle nuove generazioni che spesso dimenticano l’arte manuale, sinonimo di tradizione, per una meccanica simbolo di un futuro innovativo ed avveniristico. Secondo O’Neil, il futoro è rintracciabile in entrambi i movimenti, ma per attualizzarlo e concretizzarlo serve che si incontrino in un luogo comune. Questo spazio collettivo è ancora una volta l’abito, il costume dei tempi, che rielabora concetti passati per ripresentarli nuovi in immagine, ma con lo stesso messaggio di fondo.

Le ultime collezioni SS 24 si costruiscono proprio su questa modifica estetica, rielaborando la tendenza del “Old is new again”, con quattro macro tendenze-guida che si muovono in contemporanea: la multidimensionalità, il materico, le velature boudoir e il minimalismo 90s. A dar vita a questo nuovo viaggio estetico vi sono i grandi brand che agilmente spaziano per epoche lontane e vicine e a volte incorporano due e anche più tendenze nella propria collezione, come la bidimensionalità su stampa 90s di Fendi e Bottega Veneta che abbina la tridimensionalità di gonne ampie al tessuto intrecciato fortemente materico.

Un quadro complesso che accresce il prèt-â-porter di simboli e significati nascosti, la cui lettura è resa possibile dalle quattro tendenze SS 24. La prima della multidimensionalità la si ritrova nelle gonne strutturate di Bottega Veneta, che nascono dal fitto intreccio di spesso cotone, in quelle di Roksanda, il brand inglese che gioca sulle tinte fredde del pink e del sand per realizzare una skirt sospesa, e Dior che rilegge le proporzioni dell’iconico tailleur rendendolo 3D.

La seconda, il materico, è parte dell’antica tradizione del lusso, che lavora la materia per restituirne nuove interpretazioni. L’unione pantalone nero e top materico diviene uno statement nelle SS 24 di Loewe, che riprende le scorse collezioni costruendo un giardino indossabile a forma di top, e di Simone Rocha, che unisce la tridimensionalità di fiori bianchi all’uso della seta a rivestimento di una struttura metallica nascosta. Ma a scolpire la materia sul corpo femminile se ne occupa Marni, che grazie alla ricerca tessile realizza gonne “cartacee” con stampe floreali che riportano il tema del gioco ad una forma più matura propria del brand.

Il tema del floreale non scompare neanche nella terza tendenza delle velature a richiamo di un immaginario boudoir dei primi anni ’50, divenendo il simbolo di un corpo rigoglioso. L’intimo si mostra sotto i veli di Sportmax e Avellano, che guidano l’occhio alla scoperta della pelle secondo due costruzioni diverse: il primo seguendo una costruzione multipla di organza, l’altro lavorando sul tailoring formale dell’abito.

L’ultima tendenza protagonista della SS 24 è la più grande di tutte, percheé incorpora la sartorialità del menswear con il modernismo minimale, cioè gli anni ’90. Dai mini dress luminosi del nuovo Gucci ai cut-out di Chanel, le sete di Fendi e la tinta unica di Max Mara, il minimalismo si svela in una rilettura delle priorità estetiche, che smettono di caricare il corpo alleggerendo il suo contenitore.

Così il corpo rinasce nella SS 24 mostrando una femminilità autentica. La stessa femminilità che O’Neil definì “pura”, perché spoglia di costruzioni secondarie, dove l’abito è l’abitazione di un corpo mutevole come le mura della sua casa. E se queste sono le capacità ed opportunità dell’abito nella SS 24, il corpo è il fondamento per la sua riuscita.