Se on-line e sui social impazza la tendenza Barbie grazie all’uscita cinematografica del movie sulla bambola del 1960, con Margot Robbie protagonista in abiti dalle mille tinte di rosa che giocano a ricreare live i look storici dei primi modelli, una nuova doll 90s si appropria della scena, presentandosi come l’antiBarbie: Polly Pocket. L’eroina di plastica, nota per i suoi accessori e la sua bag portatile, è la nuova protagonista della moda SS ’23, che si insinua silenziosamente tra abiti cartooneschi e accessori irriverenti, con i quali diviene portatrice di messaggi d’inclusione e leggerezza. Nasce così il Polly Pocket Core, il trend che abbatte il muro che divide realtà e finzione rendendo l’abito un game-to-play dai risvolti sperimentali.

Era il 1983, quando Chris Wiggs decise di realizzare una bambola dalle dimensioni mini, capace di essere trasportata in una micro casa tascabile, il cui primo modello era ricavato da un portacipria. Il progetto, che nasce per soddisfare i desideri di gioco della figlia Kate, si concretizza nel 1989 quando la bambola arriva negli store, venduta con custodie a forma di stella e diamante. In quello stesso anno, acquista la licenza il marchio Bluebird Toys che ne allargò la vendita rendendo la micro-doll uno dei giochi più desiderati dalle giovanissime. Verso la fine degli anni ’90 poi la Mattel acquista Polly Pocket e ne modernizza l’immagine, ingrandendola e producendo nuovi mini accessori, i quali, adesso, valgono molto di più del costo originale grazie al collezionismo generatosi anni dopo. Un collezionismo che si espande anche con video e contenuti multimediali condividi su TikTok da account specifici come @polly.pick.pocket.

L’attenzione mediatica per la mini bambola aumentò anche quando, qualche anno fa, venne comunicato che era in programma di realizzare un movie dedicato, scritto e diretto da Lena Dunham con protagonista Lily Collins, l’amatissima “Emily in Paris”. Annuncio confermato solo qualche giorno fa, forse anche a seguito del grandissimo successo ottenuto al botteghino dall’altra bambola targata Mattel, la Barbie. E così anche la moda riprende la mini-doll e ne aggiorna il guardaroba umanizzandolo.

Tra i Polly Pocket lover, c’è Loewe che, con Jonathan Anderson alla direzione creativa, non smette di giocare con le dimensioni del possibile, dando vita a icone del passato. La Miss Pocket si rivela nell’ultima collezione SS ’23 e anche nella FW ’23, con gli abiti peplum strutturati, le scarpe e gli accessori dalla forma “rigonfia” e il look formato da gonna a pieghe rosa e bianca e top Pepto Bismol, parte della collaborazione Loewe x The Walking Castle, ideata con Studio Ghibli, che si occupa di riproduzioni dailywear di costumi di scena.

Balenciaga con i “big boots” riprende il trend e crea un immaginario cartoon dalle tinte grigie, che conserva, di Polly Pocket, le dimensioni “raddoppiate”. Miu Miu, al contrario, guarda alla mini icon nella sua FW ’23, quando sperimenta con mini abiti dal finish glossy che mostrano la Polly Pocket di ora più matura e adulta. Un ulteriore aggiornamento arriva anche da Prada e Gucci che da qualche collezione hanno introdotto candy colors e puffy shapes per gli accessori.

Balenciaga Men Steroid Boots SS 23

L’immaginario fatto di pantaloni funky, micro top, maglie stampate e mini dress “glossati” guarda anche al 2000 e diventa un accessorio temporale irrinunciabile anche per brand come Coach con la sua Pillow Tabby bag, Poppy Lissiman e le borse multicolor e Bea Bongiasca con i suoi gioielli da comporre.

Coach Pillow Tabby

Il trend si afferma allora come un’ode pop all’individualità e al personal branding come opportunità di riscoperta dell’Io infantile che abita l’uomo nell’età adulta. Un invito alla leggerezza, un’opportunità per evadere dalle imposizioni sociali, Polly Pocket è l’eroina che abbatte il “Normcore”, guidando il pubblico alla scoperta del Pollyverse. Come suona il claim della mini idol: “Put a pretty Polly in your Pocket today”.