Il ritorno di un’icona degli ultimi anni, quando il lusso ha iniziato un mutamento d’apparenza, alleggerendosi per riscoprire il dailywear inteso come abito della quotidianità. Non si tratta di stivali altissimi o di sandali intarsiati, ma dei sock-boots, i cosiddetti stivali a calza per la loro forma, tessuto e lavorazione. Apparsi per la prima volta nel 2016 nella collezione SS 17 di Balenciaga, l’immediata diffusione di un modello che rifiutava la classica categorizzazione di luxury shoes per aprirsi ad un lusso agevole sorprese il pubblico e gli stessi brand che considerarono di inserirlo nelle proprie collezioni. L’ultimo ad averli ripresi è Bottega Veneta che, per il suo ultimo show FW 23, li realizza in una veste più tradizionale, quasi handmade. E appaiono ancora da Marni a Mugler.

I sock-boots non sono altro che stivali dalla lunghezza variabile, che va dalla micro alla full lenght, e sembrano essere un tutt’uno tra scarpa e gamba. Il ben noto modello di Balenciaga, il cui nome è Knife Boots, è stato a lungo uno staple del brand e della creatività ready-to-wear del suo direttore creativo Demna Gvasalia ed è apparso indosso ad alcune delle icone contemporanee del cinema e della musica. Da Kim Kardashian a Beyoncé, da Michelle Obama a Hailey Bieber, per non dimenticare Cardi B che le inserisce nel testo di una delle sue canzoni: “I like those Balenciaga’s, the ones that look like socks”.

Un’icona futurista per le icone del presente, che, diversamente dai loro predecessori degli anni 60-70, prediligono look multiuso. Nel 2017, quando il modello raggiunse la notorietà internazionale, si cominciò ad introdurlo anche nelle collezioni sportswear dei big brand come Nike, che ne alleggerì la fodera con il nylon per permettere un maggiore movimento in ambiti come il running. Unendo la passione del womenswear per gli stivali, la praticità delle calze e la resistenza del nylon, i sock-boots diventano un richiamo per i grandi nomi del prét-â-porter, che li riprendono dalle collezioni di qualche anno fa per attualizzarli e ripresentarli negli ultimi show FW 23.

I più dibattuti per il loro look tradizionale sono quelli di Bottega Veneta, che sembra tessere la spessa lana di una volta a forma di stivale. Il debutto del modello in versione bassa lo aveva classificato nella famiglia delle flat shoes, ma, dopo aver ricevuto migliaia di richieste, Bottega Veneta ha deciso di realizzarli in più altezze.

Simile il concept di Marni, che, però, al contrario, fa un distinguo tra scarpa e calza. Come? Costruendo il modello di un mocassino al quale viene incorporata la calza ed il tutto è realizzato in tessuto lanoso.

E se qualcuno non vuole rinunciare alla femminilità di uno stivale a gamba aderente, i Mugler sock boots sono l’ideale: il materiale tecnico usato aderisce su tutta la lunghezza, rendendo i long boots un tutt’uno con il corpo.

Le collezioni FW 23 si pongono ancora una volta come promulgatrici di nuovi messaggi di praticità e quotidianità. Una tendenza studiata per abbattere la distanza tra abito e corpo. E se corpo è sinonimo di movimento, i sock-boots sono parte di un ready-to-wear che ora diviene ready-to-move.