Da quando il ceo italiano Pietro Beccari alla guida amministrativa di Louis Vuitton ha comunicato il nome del nuovo direttore creativo, successore di Virgil Abloh, l’industria si è domandata quale sarebbe stato il futuro della maison. Non è tardato ad arrivare il debutto di Pharrell Williams che, tra reinterpretazioni iconografiche e omaggi storici, riporta l’attenzione del pubblico sugli accessori, più precisamente sulle borse. Nella collezione SS ’24 man di Louis Vuitton, svelata lo scorso 20 giugno in apertura della schedule di Parigi, appaiono quattro modelli di bag diverse: la Submarine logata, il cui nome deriva della forma che richiama quella di un sottomarino, la Miroir, riapparsa dopo anni di assenza, i bauli, dalla dimensione micro a quella macro, in un chiaro tributo alle origini del brand, e, infine, l’iconica Speedy, compagna storica di Louis Vuitton, con la quale ha raggiunto traguardi di vendite miliardarie grazie a più di quaranta versioni realizzate dal 1924 ad ora. Ed è proprio la Speedy la vera protagonista dello show, in una versione diversa dalle altre già ampiamente note: nelle sue interviste Pharrell Williams ha sempre ribadito l’importanza dell’innovazione che avrebbe voluto apportare nelle it-bag della maison, soprattutto, nella Speedy, della quale ha dichiarato essere: “l’emblema della storia di Louis Vuitton”.

È proprio nei modelli storici della Speedy che il cantante, produttore e ora designer, fonda la sua reinterpretazione, eliminando il classico telaio semi-rigido in favore di una costruzione in pelle che la rende pieghevole, capace di resistere “all’usura dei gesti quotidiani”, come ha spiegato lo stesso Williams. La nuova it-bag è una dichiarazione di intenti, un tributo all’incontro tra luxury e streetwear, alla quotidianità e al tempo vissuto di una borsa, da sempre simbolo del lusso di Louis Vuitton.

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All’anagrafe e nasce come Express, assume il nome di Speedy solo qualche anno dopo l’intuizione di George, figlio dell’omonimo fondatore, che vede nel bauletto in tela di cotone con spalmatura in gomma una soluzione alle richieste della clientela in cerca di una valigia in formato daily. Un viaggiatore esigente, è questo l’ideale di cliente al quale da subito si rivolge la borsa, le cui richieste cambiano con il mutare dei mezzi di spostamento degli anni ’30. È l’epoca dei primi voli di linea, così come delle prime auto che diventano parte della quotidianità, alla cui guida appaiono uomini e donne che necessitano di un nuovo accessorio per i loro viaggi brevi. La Keepall, un modello di baule capiente e allungato inventato sei anni prima, diventa ingombrante. La Speedy, al contrario, mantiene inalterata la classicità delle sorelle maggiori, ma modifica la forma, abbreviando la lunghezza, che da più di 60cm passa a 30cm. Solo nel 1960 la borsa diventa conosciuta, apparendo al braccio di celebrity che la scelgono per i loro continui spostamenti lavorativi. “Un nuovo feticcio borghese”, così la definirono i giornali quando nel 1965 viene fotografata Audrey Hepburn, mentre la indossa all’aeroporto in un modello personalizzato: ridotta di 5cm. Nasce così l’associazione tra la borsa e la classe dell’attrice e da questa unione la Speedy guadagnerà posizioni nella lista degli accessori più ambiti. Ma ci vorranno ancora trent’anni per far sì che la borsa raggiunga la vetta e sarà proprio un trentenne, americano, a riuscirci nel 1997 a suon di collaborazioni e sperimentazioni. Si tratta di Marc Jacobs, con il quale nasce il prêt-à-porter di Louis Vuitton e con esso la longeva storia interpretativa della Speedy.

Il primo modello di Jacobs è realizzato con l’artista Stephen Sprouse, che decide di ricoprire la pelle logata con graffiti irriverenti che riproducono il nome della maison. Subito dopo, nel 2003, è la volta di Takashi Murakami, che porta sulla Speedy ciliegine e fiori con faccine accompagnati dalla stampa Joie de vivre sulla solita trama. Simile, ma non uguale è il lavoro di Yayoi Kusama sulla tela della borsa: migliaia di pois bianchi, neri e rossi ripetuti, rinominati Infinity Dots. Nel 2011 viene dotata di una tracolla che aggiunge una veste più pratica alla borsa simbolo degli anni 2000 e così la vediamo comparire, in rosa, su Paris Hilton, multicolor su Kendall Jenner e in giallo con logo bianco sullo stesso Pharrell Williams. Si, proprio lui, il nuovo direttore creativo dela maison, che, da collezionista quale è, possiede diversi modelli della Speedy, come quella con stampa militare e quella con applicazioni di diamanti, fino ad arrivare alla sua ultimissima creazione: la “Million Dollar Bag”. In pelle croco gialla, con lavorazioni a rilievo, loghi dipinti a mano, catena dorata e micro lucchetto di diamanti (in abbinamento agli occhiali) , la borsa raggiunge il milione di dollari di costo ed è un modello speciale, unico quanto raro, visto che sembra ancora lontano dall’andare in produzione.