Alla fine degli anni Trenta, un nuovo mondo più astratto, a tratti emotivo, invase il sistema fortemente materico della couture che da sempre guardava all’abito come una realtà concreta intessuta di pratico sentimento. Precisamente nel 1938, il dominio del “concreto” finì e lasciò spazio ad una nuova forma di “astrazione”, a quello che sarebbe stato definito l'”occulto”: tutte quelle arti divinatorie come i tarocchi e l’astrologia che da sempre si pongono come tramite tra l’uomo e l’ignoto. Fu proprio François Lesage il primo ad introdurre l’esoterico nell’indossato, ricamando su giacche oroscopi dorati e su abiti astri e pianeti. Il bagliore di stelle lontane sembrava vestire collezioni che ricreavano suggestioni nuove, come costellazioni terrene capaci di trasportare il pubblico in un viaggio celeste tra certezza ed immaginazione.

La couture francese fu il luogo di nascita di questo nuovo approccio della moda all’esoterico e con le figure di Dior e Schiaparelli questo rapporto si consolidò, sotto la firma di collezioni tanto più cupe quanto più accecanti. Dior, con la sua passione per i tarocchi, e Schiaparelli, con la sua artistica adesione al Surrealismo, guidarono la moda in un nuovo cammino ascendente. Ricordando abiti neri con intarsi dorati e accessori dalle forme ondulate, questo cammino si avvia anni fa eppure ancora non sembra cedere al passo dei tempi. Nei primi anni 2000, fu John Galliano con le sue collezioni “a tema” a vestire la donna di mistero e di bellezza occulta. Ma è stata una più recente Mara Grazia Chiuri a rendere ancora più esplicito il messaggio esoterico di Monsieur Dior, realizzando la Cruise SS21, con ricami simbolici come l’ape, il giglio, e la stella, ridisegnati ed attualizzati dall’artista Ruffo con stampe a matita, come se fossero usciti dalle pagine di un vecchio testo di astrologia. Un viaggio introspettivo narrato da Matteo Garrone in un movie, in cui la protagonista si muove in un dedalo di stanze fuori dal tempo nella cornice storica del Castello di Semazzano, dove il mito incontra la storia.

A pochi passi dallo scenario di Dior, anche Gucci presenta la sua ultima Cruise a Castel Del Monte con un titolo evocativo del tema: “Cosmogonie”. Un viaggio visivo che ripercorre la nascita dell’universo con la metafora dell’uomo-pianeta posto al centro del sistema, in una proiezione coinvolgente di astri sulle mura della fortezza. E sempre di viaggio si parla, ma a ritroso di qualche anno, quando Yves Saint Laurent realizzò una giacca in omaggio alla sua provenienza da Casa Dior, dove sul velluto appaiono stelle e costellazioni che sembrano non essere più così distanti. E ancora Valentino con la sua SS14 dedicata all’opera del Nabucco, nella quale ricrea scarabei a forma d’abito, Lanvin con accessori a stella, per un “firmamento da indossare” e Givenchy che con maestria ricrea uno zodiaco contemporaneo, l’immaginario cupo dell’esoterico diventa un tema di ricerca dalle immense possibilità, che si traducono in forme e stampe nuove.

Non importa se il messaggio sia chiaro, ma quanto questo crei interrogativi in ognuno, come un libro dove l’autore, tra iconografie e sillogismi, spiega l’ignoto senza conoscerlo lui stesso, immaginando possibili scenari che sembrano fuggire dal razionale. E se la moda è di per sé un percorso nella scoperta di se stesso per vie sconosciute, allora il rapporto tra abito e interiorità si fa sempre più personale e l’occulto si presenta come la corda più resistente per calarsi nella profondità dell’Io.

E così insoddisfatti del reale, “riuscimmo a riveder le stelle” in una visione shakespeariana del desiderio dell’uomo di scoprire quello che è più lontano e se sia l’abito il collegamento diretto con tutto quello che brilla nell’alto forse è proprio la moda a domandarselo. Eppure è risaputo che “il costume è il solo strumento capace di guidare l’uomo quando il cammino è buio, vestendolo di luce”, Miuccia Prada.