Quattro decadi di moda, dai primi anni Ottanta a oggi, delineati attraverso il tratto inconfondibile di François Berthoud, in mostra alla Fondazione Sozzani, a Milano, fino al 27 marzo 2022, nell’antologica “Hyperillustrations”.

“Molto più che ‘illustrazioni di moda’, i disegni e le stampe di Berthoud sono assemblaggi erotici”, scrive il Direttore del Grand Palais, Chris Dercon. “La sperimentazione fisica e il ready-made estetico sono alla base del suo lavoro grafico che può essere definito ‘Hyper-illustrations’, perché con la sua mediazione François Berthoud porta la moda ai suoi estremi artistici e culturali”.

Di origine svizzere, dopo aver studiato alla scuola d’arte La Chaux-de-Fonds e poi alla scuola grafica di Losanna, Berthoud inizia a lavorare giovanissimo nel fumetto, vicino a molti illustratori italiani dell’ambiente delle avanguardie delle arti visive che gravitava intorno a riviste di culto come Linus, Alter Alter e Frigidaire. Nel 1982, Anna Piaggi, storica direttrice di Vanity Fair, lo chiama a lavorare nella sua redazione: “François analizza i suoi soggetti a fondo e con un elegante senso di estraniamento li ricostruisce nel suo atelier-laboratorio. Il risultato è una moda a raggi-X.”, scriveva di lui. Collabora, poi, con moltissime altre testate, The New Yorker, The New York Times, Interview, Numéro, Vogue… così come con le più grandi case di moda, da Jean Paul Gaultier a Yves Saint Laurent, da Chanel a Givenchy, Armani, Viktor & Rolf, Maison Margiela, Hermès, Prada… per le quali disegna innumerevoli campagne adv.

La sua tecnica è unica, in grado di produrre ritratti che sembrano balzare fuori dalla pagina e vivere di vita propria. Influenzato dalla xilografia giapponese, Berthoud utilizza spesso la formula della linoleografia, il “linocut”, per cui, con lastre di linoleum, riesce a ottenere stampe quasi a rilievo, come nelle finissime incisioni delle tavole di ciliegio. Con inchiostri tipografici a base oleosa e molto densa ottiene, poi, quel tratto “bold” che caratterizza le sue celebri silhouette, ma che richiede tempi di elaborazione molto lunghi: “Nel processo fisico non ci sono scorciatoie, ho bisogno di tempo”, dice Berthoud. “Ma sono sempre affascinato dal mistero della stampa finale che supera l’immaginazione e non è mai come te l’aspetti”.

La mostra “Hyperillustrations” è realizzata in collaborazione con Bulgari e si inserisce nel percorso artistico e culturale che la maison dedica alla città di Milano, dove François Berthoud risiede. Tra le opere esposte è presente anche “Storia del Serpente”, appositamente creata per lo spazio Bulgari (via Montenapoleone, 2), dove, dalla Fondazione Sozzani, prosegue la retrospettiva, fino al 15 febbraio.