Un luogo come un’idea, “Un Château” è uno spazio qualunque, non ancorato a geografie o a epoche, è una metafora. È lo Château de Chantilly, poco fuori Parigi, la location scelta da Valentino e dal suo direttore creativo Pierpaolo Piccioli per la sfilata Haute Couture F/W 23-24.  Un simbolo elitario che si trasforma in luogo per tutti, allontanandosi dal suo passato di magnificenza, può rappresentare una nuova uguaglianza e, così, allo stesso modo, può anche riformulare i preconcetti che riguardano l’haute couture.

Nella complessità architettonica di uno Château, così come nella complessità percepita dell’alta moda, si può trovare la semplicità e non a caso Pierpaolo Piccioli parte dall’assunto di Brancusi secondo cui: “Simplicity Is Complexity Resolved”. La maestria e il savoir-faire vengono tradotti in capi che riflettono la sensibilità contemporanea e che celebrano l’unicità e l’individuo. Viene messo in atto un vero e proprio processo di riduzione: le forme sono snellite, le cuciture ridotte, i tessuti alleggeriti, i decori divengono astratti, producendo un effetto paradossale di “massimalismo minimizzato”.

Anche il quotidiano, che benissimo è espresso con l’uso del denim in sfilata, può diventare prezioso e la bellezza può essere sinonimo di uguaglianza.