Quali i sono i trend del mondo dell’hairstyle? Esiste un’acconciatura ideale che si adatti a chiunque? Che ruolo riveste l’hair stylist oggi? In occasione dell’edizione 2022 del World Wide Hair Tour – l’evento mondiale organizzato da Davines per radunare hair stylist creativi internazionali e scambiare consigli, progetti e tendenze, che quest’anno è tornato dal 4 al 7 giugno a Parma, città natale di Davines, con circa tre mila presenze – Tom Connell, Hair Art Director di Davines, ha risposto alle nostre domande. Oltre a svelarci qualche aneddoto personale, ha raccontato le importanti novità messe in atto dall’azienda, a partire dalla partnership tra il Rodale Institute e il Davines Village. Il progetto architettonico, attuale sede del Gruppo, progettato dallo studio MTLC di Matteo Thun e Luca Colombo e realizzato su 77mila metri quadrati, che include uffici, spazi dedicati alla formazione, al laboratorio di Ricerca e Sviluppo, allo stabilimento produttivo, al magazzino, al co-working e alla socialità.
Come è andata l’edizione 2022 del World Wide Hair Tour di Davines?
Molto bene, è stato bello vedere così tante persone provenienti da tutto il mondo. Molte di loro partecipano al World Wide Hair Tour da tanti anni, altre sono nuove ed è interessante osservare nuovi talenti emergere così come il lavoro degli artisti più affermati. Il World Wide Hair Tour è ormai un appuntamento imperdibile, ha fatto tappa in tanti Paesi diversi e quest’anno è tornato a Parma, città natale di Davines, con il medesimo team di produzione, fatto di persone che amano il proprio lavoro. Nessuno ha manie di protagonismo, tutti collaborano per fare le cose al meglio. E questo è il mood di Davines.
Questa edizione è la prima occasione ufficiale per te nel ruolo di Davines Hair Art Director. Che cosa hai deciso di portare sul palcoscenico?
Digital Safari è lo show che ho portato in scena, dove ho voluto mostrare non solo il come, ma anche il perché. Quello che ho presentato è il frutto di ciò che ha ispirato i miei lavori. Il concept Digital Safari ha riguardato fondamentalmente il confine tra il mondo naturale e quello digitale e come questi due universi interagiscano tra loro. Un tema molto interessante secondo me, perché durante lo show abbiamo condiviso molti contenuti sul grande schermo, c’è stata in generale molta comunicazione digitale, anche se alla fine quello che fa la differenza è il contatto fisico e quindi le tre mila persone provenienti da tutto il mondo che hanno partecipato. Voglio dire, senz’altro il mondo digitale è da tenere d’occhio, specialmente quando parliamo di metaverso e di tutto ciò che riguarda il mondo virtuale, che é è fantastico, ma questo non potrà mai sostituire la presenza fisica. Penso che il mondo digitale sia uno strumento se lo usi e non lasci che ti usi.
Nella tua biografia scrivi che sei solito annotare su un taccuino tutto ciò che cattura la tua attenzione e che può essere fonte d’ispirazione. Ci fai un esempio?
Ad esempio il racconto della ragazza sul treno, che ha fatto parte del mio show presentato sul palco del World Wide Hair Tour di Davines. Un giorno, mentre stavo per salire sul treno, ha iniziato a piovere, a Londra a volte accade (ride con ironia, ndr), e, tra la gente che correva per prendere il treno, c’era questa ragazza che si è coperta la chioma con un foulard di seta verde. Poi, una volta seduta sul treno, senza fiato, si è tolta il foulard, mostrando un meraviglioso taglio corto e geometrico alla Mary Quant. In quel momento ho pensato a quanto potesse diventare ancora più concettuale quel look, ne ho preso nota e, tra la varie performance, ho presentato quel taglio. Solitamente avviene questo, se qualcosa attira particolarmente la mia attenzione, lo annoto sul mio taccuino e, quando sono alla ricerca di nuove idee, lo apro e trovo sempre una connessione tra la mia idea di base e quel ricordo che ha catturato la mia attenzione.
Qual è il ruolo dell’hair stylist oggi?
Il ruolo dell’hair stylist oggi dovrebbe essere quello di portare il cliente a creare il proprio stile personale rendendolo unico, senza ricorrere a mode e trend del momento. Non ha senso intestardirsi con una tecnica nello specifico o nel volere un bob o un balayage, ciò che conta è indovinare qual è lo stile di quella persona e tirarlo fuori, farlo emergere al di là delle mode. Le persone che si possono ritenere “alla moda” sono quelle che hanno saputo dettare tendenza proprio con il proprio stile.
E con il tuo show hai cercato di raccontare anche questo aspetto, invitando le persone a guardare le cose con i propri occhi per creare qualcosa di unico.
Esatto, perché ogni persona è a sé, ha una propria identità. Non si può pensare di adottare la stessa tecnica per tutti, non basta guardare l’acconciatura su una copertina patinata, bisogna valutare il cliente. Una mamma che prima di uscire di casa deve preparare velocemente i suoi tre figli avrà delle esigenze differenti rispetto ad una donna che può dedicare al suo look un’ora di tempo la mattina. Il lavoro dell’hair stylist non è poi così diverso da quello del designer di moda o dal designer che ha progettato questo paio di occhiali. Abbiamo un budget e un materiale su cui lavorare in un limite di tempo ed io una volta che ho in mano il brief del cliente posso iniziare a creare il mio progetto.
Quanto è cambiato e cosa è cambiato nel mondo dell’hair styling negli ultimi anni?
Il più grande cambiamento credo sia legato al fatto che le clienti, dopo la pandemia, desiderano un look molto più naturale. Questo perché restando a casa, e non potendo andare al lavoro con capelli piastrati e sistemati, hanno scoperto che con le loro onde o i loro ricci naturali si piacevano molto. E una volta tornate in salone, abbiamo notato che tantissime non hanno più voluto acconciature “immacolate”, ma decisamente più naturali. In questo caso, però, per ottenere un buon risultato, sono fondamentali colore e qualità del capello.
Iniziata nel 2019 con la nomina a Davines Hair Art Director, come sta proseguendo la tua collaborazione con l’azienda?
Alla grande! Oltre a seguire shooting, campagne e video, sto cercando di creare un hair identity. Mi piacerebbe che quando una persona apre un magazine, possa riconoscere subito lo stile di Davines senza guardare il logo. Non è una cosa semplice da realizzare. Alcuni marchi di moda ci sono riusciti e altri no, così come i brand del beauty. Ma a questo sto lavorando ed è ciò che voglio ottenere.
Quali sono le novità di Davines?
La più grande novità penso sia il nuovo approccio di Davines nei confronti della sostenibilità. Si parla di agricoltura biologica rigenerativa e ci siamo chiesti come poter essere più innovativi nello sviluppo dei prodotti. La sostenibilità è importante, ma quello che stiamo facendo è addirittura lo step successivo, è l’evoluzione della sostenibilità. Davines Group, infatti, dal 2022 ha stretto una partnership con Rodale Institute (ente no profit fondato nel 1947 in Pennsylvania, ndr), inaugurando il primo Regenerative Organic Center in Europa, situato all’interno del Davines Village. L’obiettivo è quello di coltivare la terra in un modo nuovo, perché possa fornire ingredienti biologici rigenerativi all’industria del food e della cosmetica. Questa è sicuramente la più grande novità e stiamo già lavorando alla nuova generazione dei prodotti di bellezza.