Per la prima volta a Milano, le opere del fotografo Gabriele Micalizzi. La 29 ARTS IN PROGRESS gallery ospita la mostra “A KIND OF BEAUTY”, fino al 28 giugno 2024.
Curata da Tiziana Castelluzzo, la mostra riunisce gli scatti più significativi che ritraggono i principali teatri degli scontri dell’ultimo ventennio, partendo dalle rivoluzioni arabe, passando ai conflitti mediorientali contro il califfato ed arrivando fino all’Ucraina e alla Palestina. Raffinate fotografie, dal bianco e nero stampate ai sali d’argento al colore, provenienti dai negativi conservati nell’archivio dell’artista, raccontano gli ultimi vent’anni di storia e si inseriscono all’interno della scelta di posizionamento maturata nella pluriennale esperienza da parte della 29 ARTS IN PROGRESS gallery di dare spazio a nuove visioni.
“Sono sopravvissuto a 4 attentati, ho oltre 100 punti sul mio corpo, ma niente mi fermerà dal raccontare la storia e dare voce a chi non ne ha”, Gabriele Micalizzi
Una fotografia scaturita da un’esigenza documentaristica, ma che contiene un’estetica e un significato proprio che va al di là del motivo per cui prende vita. Nato a Milano nel 1984 a Cascina Gobba, quartiere complicato negli anni ’90, Gabriele Micalizzi ha da sempre avuto una spiccata sensibilità e predisposizione per le arti visive, dapprima per i graffiti e il mondo dei tattoo e poi per la fotografia e i video. La sua prima esperienza in guerra come fotoreporter è stata all’età di soli 23 anni, in Afghanistan (accompagnato dall’esercito italiano e francese), seguita poi da un viaggio in Thailandia durante i disordini creati dalle Camicie Rosse nel centro di Bangkok, dove capisce che la sua vocazione è quella del fotoreporter, dopo aver immortalato un ragazzo ferito affianco a lui da una bomba a mano.
Compito del fotoreporter è per Micalizzi, quello di narrare attraverso una sola arma: la macchina fotografica, unico mezzo disponibile che diventa strumento d’azione per riuscire a condividere quel palco, rappresentato dal teatro di guerra, in cui le emozioni accelerano, si espandono e si enfatizzano, le amicizie si sedimentano e si rinforzano e la solidarietà diventa bisogno primario e indissolubile.
“Gabriele ha una straordinaria capacità di sintesi, riesce a coniugare in un unico scatto poesia, potenza e bellezza – ha spiegato Tiziana Castelluzzo, curatrice della mostra – Le sue fotografie, anche quelle più esplicite, sono espressione metaforica di una realtà più ampia, più complessa che induce lo spettatore a porsi interrogativi sugli eventi, sull’uomo e sulla natura dei conflitti. Gabriele non solo ritrae la guerra, ma la vive in prima persona mettendosi accanto ai combattenti, al centro della scena, correndo i loro stessi rischi. I suoi scatti portano con sé non solo ciò che raccontano, ma anche tutto il suo bagaglio emotivo. Lo sguardo di Gabriele però non è mai giudicante, ma è libero ed aperto, sembra guidato da una necessità di chiarezza e di comprensione degli aspetti più intimi e più umani dei fatti della Storia”.
L’esposizione guiderà gli spettatori attraverso lo sguardo straniante e perturbante di Gabriele Micalizzi, i cui scatti costringono il pubblico a soppesare, raccogliere ed elaborare i significati più disparati di ogni singolo dettaglio delle fotografie presentate. In un momento storico nel quale l’individuo è sommerso da informazioni e influenzato dai media che creano la coscienza estetica delle persone, facendo perdere l’equilibrio tra realtà e finzione, Gabriele Micalizzi ha trovato un modo di raccontare la guerra da un punto di vista invisibile creando, attraverso il suo vissuto, opere d’arte (fotografie) che catturano lo sguardo la mente e l’anima di chi le osserva.
Durante l’Art Week milanese una selezione delle opere di Micalizzi sarà presentata nell’ambito della nuova edizione di MIA Photo Fair, dal 10 al 14 aprile 2024, all’Allianz MiCo Milano Congressi. E, inoltre, nel Museo di Santa Giulia a Brescia sarà in mostra dal 23 aprile fino al 1 settembre 2024 “Legacy”, una raccolta di lavori e un’installazione di Micalizzi che mirano a riflettere sulla fisicità della fotografia.