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Venere degli stracci - Michelangelo Pistoletto - Collezione permanente, Fondazione Pistoletto Cittadellarte, Biella
Venere degli stracci - Michelangelo Pistoletto - Collezione permanente, Fondazione Pistoletto Cittadellarte, Biella mobile
Venere degli stracci - Michelangelo Pistoletto - Collezione permanente, Fondazione Pistoletto Cittadellarte, Biella

Michelangelo Pistoletto ricopre – da diverse decine di anni – un ruolo centrale nel panorama artistico italiano e internazionale. Ha giocato un ruolo fondamentale nella nascita e teorizzazione dell’Arte Povera promossa da Germano Celant a partire dal 1967 e successivamente è stato un protagonista della Transavanguardia italiana. Molteplici sono i progetti che lo hanno reso celebre in tutto il mondo, tra cui gli emblematici Oggetti in meno e l’iconica serie ancora in corso dei Quadri specchianti, figli di una lunga serie di riflessioni sul concetto di ritratto e autoritratto con cui inverte la prospettiva rinascimentale e include nell’opera la presenza diretta dello spettatore. Raggiunge così l’attenzione di gallerie e istituzioni internazionali avviando una carriera che culmina con la vittoria del Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia nel 2003. Michelangelo Pistoletto opera attivamente attraverso la sua Fondazione nel contesto contemporaneo, accompagnato da una fonte inesauribile di idee e innovazioni volte al cambiamento del sistema artistico in relazione all’intersezionalità di quest’ultimo con gli altri settori fondanti della società. Alle porte di Biella – città natale dell’artista – lungo il corso del torrente Cervo in una zona che un tempo era il cuore dell’industria tessile della città, sorge un vero e proprio complesso di archeologia industriale.

 

Un opificio dismesso, quello che un tempo era il Lanificio Trombetta, ospita oggi la Fondazione Pistoletto Cittadellarte, sotto la direzione di Paolo Naldini. Inaugurata nel 1994, si propone come un hub culturale, un progetto artistico collettivo che ha come obiettivo quello di “ispirare e produrre una trasformazione responsabile della società attraverso l’arte, idee e progetti creativi.” Un polo urbano dedicato alla cultura, attività multidisciplinari e trasversali che instaurano ponti di contatto con differenti aree professionali. La Fondazione ospita un significativo numero di opere di Michelangelo Pistoletto. La visita inizia nel piano più alto dell’intero edificio, da cui è possibile ammirare il letto del torrente e il verde paesaggio collinare sottostante la città. Qui è esposta l’opera Porte – Uffizi, articolata in cornici di stanze vuote e porte di legno che citano con scritte bifrontali il nome degli Uffici di Cittadellarte. Questi hanno come finalità la produzione di un cambiamento etico e sostenibile, agendo sia su scala locale che globale. Alcuni dei campi tematici in cui operano sono arte, ecologia, educazione, spiritualità, politica, architettura e moda. L’opera evoca un percorso, un cammino speculativo all’interno di una rappresentazione spaziale della filosofia di Cittadellarte.

 

 

Il percorso prosegue nei piani inferiori, attraverso ambienti immaginifici che racchiudono una serie di opere fondanti della pratica di Pistoletto. Dai precedentemente citati autoritratti e Quadri Specchianti, al Segno Arte e la Venere degli Stracci, e ancora le documentazioni di atti performativi e azioni collettive che hanno segnato la storia dell’arte come il Potere Autoritratto e la fondazione del gruppo Lo Zoo. Cittadellarte è una vera e propria scuola laboratoriale in cui studio, ricerca e sperimentazione ricoprono un ruolo centrale, perseguendo lo sviluppo della Demopraxia – dal greco demos (popolo) e praxis (pratica) – e di altrettante pratiche ispirate alla traduzione del simbolo Il Terzo Paradiso, la cui sede permanente si trova in un ex fabbrica limitrofa al cortile centrale.

 

 

Fondazione Pistoletto promuove inoltre una serie di residenze, Ecosystems as Living Communities, grazie alla collaborazione con UniCredit Group che nasce dalla volontà condivisa di riconoscere nell’arte una forza capace di rigenerare i legami tra individui, ambienti e sistemi. “In un tempo segnato da complessità, transizioni e nuove urgenze sociali ed ecologiche, questa alleanza rappresenta un impegno concreto, per promuovere un modello culturale orientato alla responsabilità, all’innovazione e alla coesione”, sostiene il Direttore Naldini.

 

 

Il progetto espositivo visitabile sino al 31 dicembre 2025, ideato in stretto dialogo con la curatrice Lucia Giardino, presenta le pratiche artistiche di Despina Chiaritondi e Davide Tagliabue. Frutto di un periodo di ricerca condiviso sul territorio, le artiste indagano oggetti e reperti storici che contengono materia e memoria. Chiaritondi approfondisce il concetto di inquinamento sonoro che impedisce la comunicazione acustica sottomarina tra mammiferi, restituendo una serie di opere ceramiche che evocano i fossili marini piemontesi, mentre Tagliabue insiste sul tema degli allevamenti intensivi incorporando nelle sue opere materiali di scarto quali ceneri, ossa e gusci d’uovo. Il progetto testimonia ancora una volta un’attenzione particolare all’interdisciplinarietà del contesto artistico, attraverso lo sviluppo di un dialogo concreto tra arte, territorio e comunità.

 

Words: Edoardo Durante @edo_durante
Digital Director: Giulia Pacella @giupac79