LIFESTYLE

The Dynamo Journey

Come si fa a raccontare un’identità che racchiude mille anime e che negli anni da progetto filantropico è diventato un universo multiforme e vivissimo che mette al centro il diritto alla felicità? È la domanda che mi rimbomba nella testa da quando intraprendo il mio viaggio in Toscana alla scoperta di un “sistema solare” chiamato Fondazione Dynamo Camp Onlus. Un’entità che al pari di un sole irradia energia vitale. E che – al pari di ogni sistema che si definisce tale – è costellato da una serie di altri pianeti. Si chiamano Dynamo Camp, Dynamo The Good Company (il brand di abbigliamento nato dalle uniformi indossate da volontari e personale all’interno del Camp e oggi diventato un marchio amatissimo per le sue linee essenziali e casual unite a tessuti e materiali di prima qualità e ottima manifattura), OCA (ovvero il museo Oasy Contemporary Art and Architecture), Oasyhotel, Oasi Dynamo e Dynamo Academy (che si occupa di formazione e team building). Un cosmo il cui Big Bang risale ai primi anni del 2000, quando Enzo Manes decise di dar vita a un’attività di solidarietà sociale senza fini di lucro sul modello dell’associazione americana Serious Fun Children’s Network – un insieme di camp nati sulla scia del primo, aperto nel Connecticut da Paul Newman, e poi diffusi in tutto il mondo – per offrire gratuitamente a bambini e ragazzi con patologie gravi e croniche programmi di terapia ricreativa.

Quelle che un tempo erano una fabbrica che produceva proiettili e una vasta area di caccia di oltre 1.000 ettari e che raggiunge i 1.100 metri di altitudine divennero così l’Oasi Dynamo, una riserva naturale legata al WWF, in cui nel 2006 aprì il Dynamo Camp.

Lo scopo del Camp non è solo donare una “vacanza felice” a bambini e ragazzi dai 7 ai 17 anni che, durante la loro vita, hanno avuto molte frequenze in ospedale, cure, momenti difficili, quindi poco svago. Ma anche infondere loro sicurezza, autostima, autonomia, con l’idea di  poterli aiutare a trasformare la loro esistenza. Alcuni di loro purtroppo non ci sono più per via delle loro patologie – ci confessa Federico Galligani, direttore di Oasyhotel nonché nostra guida in questo viaggio alla scoperta dell’uniervso Dynamo – altri invece sono andati avanti e oggi lavorano con noi. Alcuni sono tornati come volontari, altri come dipendenti. Riconoscono il beneficio ricevuto e vogliono restituirlo. Nel 2006 arrivarono circa 60-80 bambini; oggi siamo ben oltre i 1.000, includendo le famiglie. Poi abbiamo esportato alcune attività fuori dal camp e sono nati i City Camp: Milano, Bologna, Firenze, Roma, e ora ci stiamo espandendo anche più a sud. L’idea è dare sollievo alle famiglie nel quotidiano: i bambini vengono lasciati al City cCamp e ripresi a fine giornata. Aiuta tantissimo. Studi universitari americani hanno dimostrato che i benefici non sono solo momentanei, ma durano nel tempo. I bambini possono tornare nel Camp per un massimo di 3 volte.”

Il mondo di Dynamo è pian piano cresciuto. “Durante il Covid, quando non potevamo accogliere bambini, non ci siamo fermati – prosegue Galligani – siamo stati presenti negli ospedali, abbiamo assistito anziani e donne vittime di violenza. Da lì è nata anche l’idea di formare figure di supporto e caregiver, anche per ambiti difficili come le carceri. Abbiamo fatto progetti pilota in due carceri toscane, con ottimi risultati, e vorremmo espanderli a livello nazionale.” Oggi tocca diversi settori che abbracciano non solo la formazione, ma anche la moda, l’arte, l’hospitality. Tutti ruotano intorno a una vocazione “for good” e alla volontà di creare valore sociale. E trovano il loro perno vitale nel cuore della Toscana, tra gli Appennini Pistoiesi a Limestre, dove tutto è nato.

Tornando quindi alla domanda iniziale (“come si fa a spiegare l’universo Dynamo e a trasmetterne l’essenza attraverso le parole?), ecco che questo racconto parte in qualche modo dalla conclusione finale e da una grande consapevolezza: “L’unica cosa brutta di Dynamo è che non si può raccontare”. È la scritta che campeggia gigante, a capital letter, in forma di slogan, quando si varca l’ingresso del Dynamo Camp. La prima di una serie di headline che come un monito e un’ispirazione costante, probabilmente non aiuteranno  a raccontare in maniera esaustiva Dynamo, ma ne fanno subito respirare l’energia e i valori. Trasmettono lo spirito che pervade gli spazi del Camp e che “contagia” tutti coloro che entrano in contatto con questo mondo (in diverse forme e a vario titolo: i ragazzi ospiti e le loro famiglie, chi ci lavora, i volontari). Piccoli/grandi pensieri ad alto tasso emozionale disseminati lungo i vialetti che sono sintesi di quel desiderio di diffondere e donare gioia, serenità e bellezza.

Parole che come passepartout aprono le porte di stanze dimenticate in cui riscoprire la capacità di essere ancora in grado di vivere con pienezza, di sentirle e respirarle quella gioia, quella serenità, quella bellezza, riconnettendosi con la natura. “A Dynamo mi si spettina il cuore”: è la frase di una bambina ospite del Camp, ed è verissima. Dynamo spettina, sorprende, sconvolge, fa bene, è terapeutico. Non solo per i ragazzi ospiti ma per chiunque ci metta piede. E queste good vibes sono pervasive, perché sono il fil rouge che anima anche tutti gli altri mondi collegati al Camp.

Ciò che proveremo dunque a fare in queste pagine è racchiudere le tante anime che danno vita a un universo che definire magico e speciale è riduttivo, accompagnandovi in un viaggio virtuale alla scoperta dei suoi luoghi, che dalla base del camp si inerpicano su per la montagna fino ad arrivare al nuovissimo Oasyhotel e dando voce ai protagonisti che lo vivono nel quotidiano: sono racchiusi nel film A portrait of a gesture.

Dynamo The Good Company, moda ad alto valore sociale

Dopo l’apertura del Camp, nel 2007, si aggiunge subito un nuovo tassello all’universo Dynamo. È Dynamo The Good Company, nato per creare le divise indossate dallo staff e dai volontari del camp e per sviluppare una linea di merchandising destinato alle famiglie e ai bambini che desideravano comprare un piccolo ricordo prima di andare via dal Camp. Essenziali, pratici, comodi e resistenti, in men che non si dica questi capi d’abbigliamento sono diventati iconici e richiestissimi, tanto da diventare un marchio vero e proprio, un brand lifestyle a sè stante che crea capi sia per l’outdoor sia per l’uso quotidiano. Oggi conta su due store a Milano, uno a Firenze, una distribuzione in selezionati multibrand e un numero sempre crescente di clienti e fan. Il motivo di tanto successo? È presto detto. La capacità di offrire capi di altissima qualità a prezzi democratici, ma anche il modello di impresa alla sua base. Il brand infatti devolve l’intero profitto ai progetti di Fondazione Dynamo, offrendo un’esperienza d’acquisto autentica e consapevole. Chi compra un capo Dynamo The Good Company non indossa solo un capo funzionale con materiali e tessuti eccellenti, ma abbraccia lo spirito di Dynamo e diventa parte di una comunità che sceglie di vestire (e vivere) secondo altre regole. Non è una semplice questione di moda o lifestyle ma di connessione ai valori che il marchio porta con sé. A cui si aggiunge, oltretutto, la recente certificazione B Corp, ottenuta per il significativo impegno e gli alti standard di performance sociale.

Oasyhotel, un rifugio di lusso tra natura e sostenibilità nel cuore della Toscana

Dal camp risalendo su per la montagna e attraversando l’Oasi, si percorrono i sentieri del museo a cielo aperto (OCA) e si arriva poi in cima dove si racchiude una gemma di rara bellezza e ospitalità. L’Oasyhotel, immerso all’interno dell’Oasi Dynamo ma a una sola ora d’auto da Firenze o Pisa, è un boutique hotel che unisce lusso, sostenibilità sociale e rispetto per l’ambiente.

Aperto nel 2021, si è sviluppato come parte del mondo Dynamo e il suo business sostiene la Fondazione, ma – ci tiene a sottolineare  Federico Galligani, direttore di Oasyhotel – “ogni decisione che viene presa qui è guidata dai principi già sviluppati al Dynamo Camp: mettere le persone al centro e dare priorità ai valori. L’aspetto economico, pur necessario per garantire la sostenibilità del progetto, rimane secondario. Non è ciò che ci spinge quando intraprendiamo qualcosa di nuovo: il fulcro resta sempre la riserva naturale e i nostro valori sociali.”

I raffinati eco-lodge, ognuno dotato di suggestive verande panoramiche affacciate su boschi e pascoli, offrono comfort contemporaneo, privacy e contatto diretto con la natura. Un luogo di pura disconnessione tra benessere, sostenibilità e avventura, in cui poter vivere esperienze immersive nella natura con escursioni, attività di orienteering, tour faunistici, forest bathing, trekking notturni per osservare le stelle, godendo di un cielo premiato come tra i più belli d’Italia, o dedicarsi ad attività come kayak, e-bike, tennis, SUP, equitazione, e ancora  yoga e massaggi all’aperto, corsi di cucina, di apicoltura o di caseificazione, oltre che rinfrescanti nuotate nella bio piscina all’interno del lago di San Vito. Il viaggio all’interno della cucina toscana è invece affidato ai ristoranti Le Felci e Casa Luigi in cui è possibile degustare piatti della tradizione realizzati con ingredienti rigorosamente locali, prodotti all’interno della riserva.

“Lo chef lavora con semplicità – racconta Galligani – pochi ingredienti, gusto vero, niente modernismi. Quasi il 70% dei prodotti è interno o proveniente dalla montagna pistoiese. Facciamo tutto in casa: pane, pasta, dolci. Anche questo è parte del lusso autentico che vogliamo trasmettere: semplicità, qualità, verità.”

Ecco perché Oasyhotel e il mondo Dynamo sono rivoluzionari, perché stanno riscrivendo una nuova idea di lusso, molto più vera, molto più autentica, in cui finalmente l’apparenza lascia spazio alla sostanza per ruotare intorno a valori sempre più essenziali. A cominciare dal tempo, “che oggi nessuno ha più” e che all’improvviso quando si arriva all’Oasyhotel scorre a un altra velocità, quasi sembra fermarsi: tutto rallenta, la natura intorno prende la meglio e con i suoi ritmi scandisce le ore e le giornate. E poi il silenzio, che nell’Oasi Dynamo regna sovrano, per essere interrotto – anche in questo caso – solo dai rumori del vento, delle fronde degli alberi e della fauna circostante. Tra l’altro è ormai noto il potere del silenzio sulla neurogenesi e la sua influenza sulla nostra mente e sul nostro cervello.“Il silenzio è un vero lusso, non esiste più – sottolinea Galligani – e invece ognuno di noi avrebbe bisogno almeno di due ore al giorno per ritrovare il proprio benessere.“ Infine la riconnessione con la natura, che porta con sé una serie di benefici incredibili. “Fino a pochi decenni fa, l’uomo era in natura, poi piano piano ne è uscito. Oggi oltre il 50% della popolazione mondiale vive nelle città, e sembra irreversibile. Ma abbiamo ancora bisogno di tornare in natura: respirare, scambiare ossigeno con le piante, beneficiare dei monoterpeni rilasciati dalle foglie, che aiutano il corpo, riducono lo stress, rafforzano il sistema immunitario.  Abbiamo fatto una ricerca qui all’Oasy con un esperto e studiato il campo bioenergetico di circa trenta alberi conici. È stato creato un percorso di 13 km di benessere, 3,5 km di arte, diversi chilometri di trekking, biking, piste a cavallo, e percorsi off-road guidati. In totale, ci sono 52 km di percorsi per i nostri ospiti.”

Ma, credetemi, non ci sono descrizioni di percorsi, non ci sono parole, né interviste, né spiegazioni che possano rendere minimamente la sensazione che questi luoghi offrono, la portata sociale rivoluzionaria nel vivere l’universo Dynamo e il benessere che questo piccolo/grande mondo offre a chiunque vi metta piede. “L’unica cosa brutta di Dynamo è che non si può raccontare”. Ma la cosa straordinaria è che si può vivere e scoprirlo con i propri occhi. Quasi in ogni momento dell’anno alloggiando all’interno di Oasyhotel (che chiude solo alcuni mesi durante la stagione più fredda) o visitando il museo OCA. Una sola volta all’anno, invece, “L’unica cosa brutta di Dynamo è che non si può raccontare (basterà fare richiesta per poter esplorare gli spazi ricreativi e scoprire la terapia ricreativa Dynamo).