ARTE

Emma Mollo Between Tokyo and Kyoto

Artwork Emma Mollo
EMMA MOLLO ART WORK mobile
Artwork Emma Mollo

Dalle cicatrici urbane alla quiete antica, un viaggio attraverso le illustrazioni di un’artista in Giappone.

Emma Mollo è un’illustratrice italiana che vive e lavora a Tokyo da ormai qualche tempo. Una città che ha amato fin dal primo momento e che continua a sorprenderla ogni giorno, anche nella sua “frenesia esasperata”.
Tokyo è, per Emma, una fonte inesauribile di ispirazione: un universo di dettagli dimenticati, di angoli arrugginiti e nascosti, di umanità silenziosa che resiste sotto la superficie patinata. “Tokyo ti inghiotte, ma non ti schiaccia”, ci racconta. “È come una centrifuga. Tutto si muove troppo in fretta, tutto si sfoca. E allora ti ritrovi a mettere a fuoco solo quello che hai davvero vicino. È un paradosso: la frenesia ti obbliga a rallentare.” Ed è in quell’istante di messa a fuoco, che nascono i suoi disegni. “Mi obbliga a mettere a fuoco elementi che, altrove, nemmeno avrei notato.”

C’è qualcosa nei disegni di Emma che parla senza bisogno di parole. I suoi personaggi — bambini, ragazzini, creature a metà tra l’infanzia e l’età adulta — non sorridono quasi mai in modo spensierato. Hanno sguardi duri, maliziosi, a volte persino incazzati. Come se portassero sulle spalle il peso delle città che abitano. “Perché alla fine la città ti rende così: ti toglie un po’ di innocenza, ti indurisce, anche se non te ne accorgi subito”. Piccoli ribelli urbani, figli di un mondo rumoroso e consumato, ma ancora capace di custodire bellezza.
“I love the city, the rusty, dusty, abandoned, forgotten looking angles of it”, ci dice, citando una vecchia nota ritrovata per caso nel suo telefono. Una dichiarazione d’amore verso tutto ciò che è imperfetto, trascurato, autentico.

Questa volta però l’ispirazione di Emma viene da Kyoto, un luogo molto diverso da Tokyo, una città che lei ha visitato di recente e che ha saputo toccarla nel profondo, cambiando — almeno per un momento — il suo sguardo e di conseguenza la sua mano. “Kyoto è stata come una bolla”, dice Emma – e non è stato solo merito dell’aver evitato i percorsi più turistici – . In Kyoto c’è qualcosa di più profondo, quasi invisibile: una continuità silenziosa, una spiritualità radicata nell’aria stessa. “A Tokyo è tutto relativamente nuovo, ricostruito”, ci spiega. “Kyoto invece ti fa sentire come se avessi fatto un salto indietro di 300 anni. Basta infilarsi in certi vicoletti nascosti, entrare in un ryokan antico o vedere una geisha attraversare un vicoletto la sera per sentire quella sospensione. Sembra di vivere un’altra epoca. Un po’ come Kagome in InuYasha, che cade nel pozzo e si ritrova nel Giappone feudale. I nerd capiranno.

Infatti, un altro elemento di grande ispirazione per Emma sono gli anime. Da artisti leggendari come Katsuhiro Otomo e Kyoko Okazaki, ai caratteri iconici disegnati da Ai Yazawa, fino allo stile crudo e dinamico di Taiyō Matsumoto in Kekkonkinkreet. Opere come Black Lagoon, Samurai Champloo, Paprika o Nana, hanno saputo lasciare un’impronta indelebile nello stile artistico di Emma, a cui, quasi brillano gli occhi quando divaga su questo aspetto della sua ispirazione.

“Kyoto mi ha colpito in modo diverso. Gli elementi che mi hanno ispirata lì, e che sono diventati la radice dei disegni nati in quel periodo, non sono stati il rumore o gli spigoli grunge della città, ma la pace, il silenzio, la natura. E questi non sono elementi ricorrenti nelle mie illustrazioni.” Questa atmosfera diversa ha inevitabilmente trasformato anche la sua arte.
I bambini di Tokyo, segnati dalla durezza della metropoli, hanno lasciato spazio a una figura nuova, dolce, inattesa. “La mia ‘bimba di Kyoto’ è diversa”, racconta Emma, “Non ha quell’ombra di malinconia o di rabbia che hanno normalmente i miei personaggi. È serena. Non si difende. È ancora innocente.”
L’illustrazione che Emma ha realizzato per questo numero (in apertura di pagina, in alto) è il risultato di questa trasformazione: un piccolo ritratto di Kyoto visto attraverso il filtro della meraviglia, della quiete, della lentezza.
Un incontro tra una città antica e uno sguardo che, almeno per un momento, ha saputo lasciarsi attraversare senza resistere.
Tra i grattacieli sporchi di Tokyo e i vicoli sospesi di Kyoto, Emma continua a costruire il suo mondo illustrato: un luogo dove la città lascia cicatrici, ma anche spazi di dolcezza imprevista.
Un mondo in cui i bambini non smettono di lottare ma, possono ancora permettersi di credere.

Project: Sofia Spini e Giorgia Calia @sofispini @giorgiaacaliaa
Words: Giorgia Calia @giorgiaacaliaa
Talent: Emma Mollo @emmammollo
Digital Director: Giulia Pacella @giupac79