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Inside Hosoo Textile

Hosoo Textile
FRAGMENTA- Hosoo textile mobile
Hosoo Textile

Il filo invisibile che cuce tempo, bellezza e innovazione.

Da una conversazione con Masataka Hosoo.

Nel cuore del quartiere Nishijin di Kyoto, dove il suono dei telai è memoria viva e presente pulsante, si tesse da oltre mille anni la storia del Giappone. Qui ha sede Hosoo, una manifattura tessile fondata nel 1688, giunta oggi alla tredicesima generazione. Nata come atelier di kimono per nobili e samurai, Hosoo ha saputo trasformare l’eredità dei suoi fili in un linguaggio contemporaneo, capace di parlare al mondo dell’arte, del design e della tecnologia. Masataka Hosoo, attuale presidente dell’azienda, descrive Kyoto come una città in cui passato e futuro si intrecciano continuamente, come trama e ordito. “Kyoto è un luogo che continua a ispirare i creatori di ogni generazione”, afferma. E proprio nei tessuti realizzati da Hosoo si riflettono la spiritualità, la natura e il ritmo della vita quotidiana di questa città unica: un dialogo diretto tra luogo e materia, tra cultura e creazione. I tessuti di Hosoo prendono forma attraverso più di venti fasi artigianali, ciascuna affidata a mani esperte. Fili di seta, oro e carta washi si intrecciano con una precisione millenaria che sfiora la perfezione.

Oggi come un tempo, questi tessuti non sono semplici superfici decorative: sono veri e propri racconti tattili, che da Kyoto si dipanano verso il mondo, rivestendo hotel iconici, boutique d’alta moda e installazioni artistiche internazionali. In una suggestiva continuità storica, il legame tra Kyoto e Milano si fa concreto nello showroom Hosoo Milan, ospitato in un palazzo del XVII secolo nel cuore di Brera. Proprio qui, durante la Milano Design Week 2025, è stata presentata la collezione Hemispheres, frutto della collaborazione con Dimorestudio. La collezione nasce dall’archivio storico della manifattura: oltre 22 campioni antichi, pensati per ornare kimono e obi, sono stati reinterpretati con un’estetica più libera, pittorica, capace di fondere la raffinatezza dell’eredità con la forza visionaria del design contemporaneo. Un esempio emblematico è dato da un disegno incompleto recuperato dagli archivi, trasformato in tessuto lasciando volutamente visibili le tracce della carta millimetrata e le aree non colorate, in un affascinante gioco tra pieno e vuoto. Accanto a queste sperimentazioni, la collezione accoglie anche motivi classici, geometrie audaci e dettagli sofisticati, impreziositi da sottili sfilettature di carta washi e foglie d’oro, argento e rame, secondo tecniche raffinatissime risalenti a oltre due secoli fa.

“Il tessuto – racconta Masataka Hosoo – è un mezzo che riflette il clima, la storia, le persone di una terra. È un ponte tra l’essere umano e la natura, unito attraverso la creatività.” I cortili interni dei laboratori di Nishijin, il suono dei telai, il ritmo silenzioso del lavoro quotidiano: questi sono i luoghi della sua ispirazione. Ma anche la rete invisibile di artigiani e collaboratori che mantiene viva la vocazione culturale di Kyoto, come se ogni filo appartenesse a un grande tessuto collettivo. Nonostante il numero di laboratori si sia ridotto a un decimo negli ultimi quarant’anni, a Nishijin resistono circa 200 realtà artigiane, strutturate come una gilda in cui ogni fase della produzione è affidata a uno specialista. È in questo sistema corale che la visione di Hosoo si realizza pienamente: un intreccio di competenze, tradizioni e innovazione. Quando gli si chiede cosa resta invisibile agli occhi di chi arriva a Kyoto, Masataka Hosoo risponde: “L’incontro tra tradizione e innovazione, il futuro che si trova dentro il passato. La tradizione, quando viene reinventata, diventa il futuro”. Se Kyoto fosse un tessuto, sarebbe un grande arazzo il cui ordito è il tempo stesso, mentre la trama l’umanità che lo attraversa. In questo contesto, per Hosoo, la tradizione non è mai nostalgia, ma un esercizio quotidiano di reinvenzione. È questa tensione tra memoria e avanguardia che rende ogni tessuto una narrazione, ogni filo una visione. In un mondo che spesso corre, Hosoo tesse con un tempo diverso: più lento, più profondo, più umano.

Project: Sofia Spini e Giorgia Calia @sofispini @giorgiaacaliaa
Words: Giorgia Calia @giorgiaacaliaa
Digital Director: Giulia Pacella @giupac79