FASHION

In touch with Andrea Di Luigi

Dopo Nuovo Olimpo di Ozpetek, è tornato sul grande schermo con Il corpo. Oggi è pronto a intraprendere nuovi progetti con forza e consapevolezza. A tu per tu con Andrea Di Luigi tra sogni, musica e recitazione.

Come descriveresti questo periodo della tua vita?

Con due parole: ricerca e scoperta. Sto comprendendo sempre più cose sulla recitazione e sono pronto per nuovi progetti.

C’è un ruolo che ti ha segnato particolarmente, cambiando anche il tuo approccio alla recitazione?

Sì quello di Bruno Forlan ne Il corpo, il film uscito a fine 2024. È stata una sfida grandissima perché il personaggio è molto lontano da me come attitudine, come comportamento. E in più entra in una storia che è ricca di scene, in cui la tensione è molto alta. Ho dovuto un po’ rompere le regole solite del lavoro per scoprire un nuovo modo di stare sulla scena. Il regista, Vincenzo Alfieri, è stato fondamentale perché mi ha guidato molto.

A proposito di regia, se potessi lavorare con qualsiasi regista, passato o presente, chi sceglieresti e perché?

Mi piacerebbe lavorare con Giuseppe Tornatore, sarebbe un sogno.

E se non fossi diventato attore, quale strada avresti intrapreso?

Quella del musicista: ho provato a farlo per parecchi anni, suono la batteria, avevo una band e spingevo molto in quella direzione. Poi è arrivata la recitazione e ho abbandonato tutto il resto, però penso che avrei provato quella strada lì con tutte le mie forze, sicuramente.

Hai messo da parte la batteria?

No, suono sempre, ma più come hobby. Anche se adesso sto mettendo su un progetto e spero di poter suonare in giro a Roma, ma anche a Milano.

Che rapporto hai con la moda? Credi sia uno strumento di espressione anche fuori dal set?

Forse dovrei fare molta più attenzione a come mi vesto, mi rendo conto che i vestiti cambiano proprio l’attitudine, il corpo, anche lo stato d’animo a volte. Durante gli shooting per esempio mi diverto tantissimo, quando indosso abiti differenti da quelli che porto quotidianamente e mi sento in maniera diversa e cambio. Quindi sì, credo che sia assolutamente uno strumento di espressione.

C’è un capo o un accessorio che senti particolarmente tuo o qualcosa che rappresenta meglio il tuo stile e la tua personalità?

Mi piacciono i fit oversize, maglioni larghi, capi dalla vestibilità super ampia. Il cinema crea un dialogo costante con la moda.

C’è un look che hai indossato in un film che ti ha fatto sentire particolarmente connesso al tuo personaggio?

Sì, nel film Nuovo Olimpo, in cui interpreto Pietro, i costumi sono stati fondamentali. In generale mi aiutano sempre tanto nel lavoro, però in quel film ancora di più perché era ambientato negli anni ’70. Sentire, per esempio, i jeans in un certo modo sul corpo ha contribuito a farmi entrare meglio nella parte. C’è stato anche il cappotto a quadri che i costumisti mi hanno dato prima di iniziare a girare: mi ha aiutato tantissimo, ho cominciato a sentirlo mio. Me ne andavo in giro per Roma con lo scooter vestito in quel modo ed è stato divertente.

Nel Il corpo interpreti un personaggio che ha un carattere forte e dominante, quanto di quel temperamento appartiene effettivamente anche ad Andrea Di Luigi nella vita reale?

Troppo poco credo, però è stato bello interpretare Bruno per questo motivo. Ho cercato dentro di me una parte più forte, capace di imporsi un po’ di più. Più che altro anche di rispettarsi, di portare avanti la propria volontà. Questa cosa non sempre mi riesce nella vita. Mi capita spesso, forse per la mia insicurezza, di assecondare le idee degli altri e comunque di non credere troppo in me stesso. Ci sono poi cose che mi appassionano e di cui sono innamorato, per le quali invece, senza rendermene conto, spingo molto.

Sia in Nuovo Olimpo che ne Il corpo hai lavorato su scene che esplorano un’intimità profonda e complessa. Come ti sei preparato per affrontare dei momenti così intensi, sia dal punto di vista emotivo che artistico?

Ognuno ha un approccio diverso. Io, per esempio, amo immaginare la storia e il background dei miei personaggi: scrivere dove sono nati, cosa gli è successo, che relazione hanno con gli altri personaggi della storia e a volte anche inventare dei personaggi laterali. Questa cosa mi aiuta a giocare, a entrare di più nella psicologia del personaggio e poi da lì cerco di trovare un corpo, una postura, un modo di parlare. Di base la mia preparazione è questa. Poi è chiaro che sul set tutto cambia, le dinamiche sono diverse, il regista ha esigenze particolari che vanno rispettate e molte cose si scoprono sul momento, che è la cosa più bella del lavoro di attore.

Molti attori vedono le scene di intimità come una sfida, mentre altri le percepiscono come un’opportunità creativa. Tu da che parte ti poni?

Non saprei. Ma fino a oggi tutti i film che ho girato hanno avuto scene di intimità, quindi dopo un po’ ci si fa anche l’abitudine. Dipende molto dalla persona con cui stai lavorando. Io nutro molto rispetto per chi lavora con me sul set e in quei momenti bisogna stare attenti a non fare nulla che possa indispettire, infastidire l’altra persona. Sono momenti creativi dagli equilibri delicati: se una persona si sente violata, anche solo minimamente, si rompono un’alchimia e una profondità che invece vanno curate e mantenute. Per fortuna finora non mi è mai capitato. Poi possono diventare momenti anche molto divertenti quando da parte di entrambi c’è voglia di giocare.

Come gestisci il confine tra l’intensità delle emozioni che hai vissuto sul set e la tua vita personale? Ci riesci?

A volte mi capita di sentirmi a disagio nella vita di tutti i giorni, penso che sia una cosa che succede a molti, a me succede in particolar modo. La recitazione ti permette di lavorare su un personaggio e puoi un po’ nasconderti dietro un ruolo, quindi da un certo punto di vista ti senti più libero. Quando lavoro, nonostante ci sia la telecamera, mi sento più libero di esprimermi e riesco a tirar fuori cose che nella vita di tutti i giorni non riesco a esternare. Per me fare questo lavoro è terapeutico.

Torniamo ai tuoi progetti futuri? Vuoi svelarci qualcosa?

Mi piacerebbe ma al momento non posso. Però c’è un progetto al quale tengo molto che forse andrà in porto.

Fingers crossed.

Talent: Andrea Di Luigi @andrea__diluigi
Photographer: Massimiliano Gallus @massimilianogallusphoto
Photographer assistant: Beatrice Spagnoli @beatrice_spagnoli
Creative director: Andrea Bettoni @_andreabettoni
Stylist: Carlo Alberto Pregnolato @carlo_alberto_pregnolato
Stylist assistant: Massimiliano Morazzoni @massimiliano_morazzoni
Make-up and Hair: Loris Rocchi – Blend Management @lorisrocchi@blendmanagement
Publicist: Mpunto @mpunto_comunicazione
Producer: Valentina Uzzo @valentinauzzo_
Producer assistant: Lorenzo Salmone @salmonelorenzo

 

you might also like