ARTE

Rebecca Moccia

Rebecca Moccia, "Ministries of Loneliness", 2024, installation view at Dong-gok Museum of Art, courtesy the Artist and Italian Pavilion, 15th Gwangju Biennale, ph. Parker McComb
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Rebecca Moccia, "Ministries of Loneliness", 2024, installation view at Dong-gok Museum of Art, courtesy the Artist and Italian Pavilion, 15th Gwangju Biennale, ph. Parker McComb

È evidente come i sistemi capitalistici neoliberali contemporanei manifestino una tendenza sempre più frequente volta alla repressione di tutto ciò che viene considerato non conforme al principio di profitto a favore di un costante atteggiamento positivista. Negli ultimi anni – complice una reclusione forzata causata dalla pandemia mondiale – la popolazione è stata sempre più frequentemente indotta a sperimentare stati depressivi e di sofferenza e proprio dalla sofferenza nasce la ricerca di Rebecca Moccia, che da anni indaga il concetto di solitudine.

La pratica artistica transdisciplinare di Moccia ruota attorno allo studio e analisi di contesti socioculturali, insistendo in particolar modo sulle condizioni e sugli stati emozionali che prendono forma all’interno di un determinato contesto collettivo. Negli ultimi anni, l’artista ha affrontato una lunga ricerca che ha portato allo sviluppo di “Ministries of Loneliness”, progetto presentato in occasione della 15° Biennale di Gwanju, in Corea del Sud, a cura di Nicolas Bourriaud. La mostra si inserisce sapientemente all’interno del più ampio contesto di Biennale, edizione intitolata “Pansori, A Soundscape of the 21st Century” e che affronta questioni legate ai confini, alla distanza sociale, alle segregazioni politiche e ai conflitti tra paesi confinanti. Il progetto di Moccia, a cura di Soik Jung, rappresenta il Padiglione italiano e tratta il tema della solitudine come una diretta conseguenza dell’isolamento fisico dell’individuo e della relazione instabile tra individualità e pluralità. “Ministries of Loneliness” è a tutti gli effetti un nuovo capitolo del più ampio “Ministry of Loneliness”, ricerca che l’artista sviluppa sin dal 2021. 

Il titolo è un chiaro riferimento al dicastero istituito da Theresa May nel 2018 nel Regno Unito e proprio a Londra Moccia ha affrontato i primi passi di una pratica che si evolve tutt’ora. Anche grazie al sostegno e supporto dell’Italian Council, l’artista ha potuto approfondire la propria ricerca vivendo e lavorando in diversi Paesi come Gran Bretagna, Giappone, Stai Uniti, Italia e più recentemente Corea del Sud. Particolarmente rilevanti sono state le esperienze e i programmi di residenza di Outset in Inghilterra, Magazzino a New York, il lavoro sul campo a Nagoya e le ripetute visite dell’archivio Hannah Arendt con sede presso il Bard College. 

Le immagini catturate spesso vengono filtrate dall’artista così da ottenere un effetto sfocato, opacizzato. Altre, al contrario, vengono tradotte secondo l’utilizzo di una camera termica che, attraverso le gradazioni di colore tipiche di questo supporto tecnico, non consentono una chiara comprensione dell’immagine e dei suoi dettagli, invitando così il pubblico a distogliere l’attenzione dall’aspetto formale-estetico delle opere, favorendo una fruizione lenta e non immediata, intima e non superficiale. I materiali raccolti e presentati da Moccia sono il frutto di un lavoro che travalica il concetto di ricerca documentale: video e fotografie sono state personalmente scattate dall’artista sul campo, senza concepire elementi di fiction o postproduzione. Con “Ministries of Loneliness”, Moccia rifiuta un approccio logistico proposizionale favorendo una tendenza restitutiva ambientale site-specific. Il Padiglione presenta un’installazione immersiva e transmediale, che comprende foto e un video a sette canali composto da scene girate in parte anche da giovani studenti del Seoul Institute of Arts che Moccia ha coinvolto all’interno di un processo di ricerca partecipata. Una narrazione in sottofondo – un vero e proprio racconto – accompagna il viaggio in treno che dalla capitale giunge fino a Gwanju, insistendo sulle origini della solitudine e su come questa si rifletta nella vita della popolazione coreana: un viaggio fisico e speculativo attraverso il concetto di solitudine, la sua percezione e il ruolo che assume all’interno delle società contemporanee neoliberiste. 

Words Edoardo Durante