Un instancabile impegno per le cause ambientali e umanitarie, Rosario Dawson, attrice hollywoodiana che ha festeggiato 30 anni di carriera, cantante e imprenditrice di moda, con un progetto etico di slow fashion in Africa, ultimamente si è dedicata alla produzione. Stando dietro alla macchina da presa, si è resa conto di come sia bello vestire i propri panni e non solo quelli dei personaggi che ha interpellato: «Sto apprezzando il semplice essere me stessa. Mi è piaciuto togliermi le scarpe per giocare nell’erba con mio nipote»
Ciao Rosario, è un piacere per noi parlare con te. Come stai? È un buon periodo della tua vita?
Sto bene, grazie, e sono molto felice di parlare con voi. Mi sento molto grata in questo periodo, soprattutto per l’amore, l’amicizia e la famiglia che ho nella mia vita. I miei genitori e mia figlia stanno bene. Mio nipote è meraviglioso e in salute. La mia consapevolezza è rivolta a godere delle benedizioni di questo momento.
Ci sono novità, a cosa stai lavorando attualmente?
Ho appena terminato la produzione di un film che si intitola “Midnight” e mi sto preparando a girare almeno altri due progetti entro la fine dell’anno, un altro dei quali è di mia produzione. Mi piace di più sviluppare il lavoro come produttrice e avere la possibilità di lavorare con materiale per il quale non devo necessariamente anche essere adatta a recitare, ma che semplicemente mi emoziona. Dare risalto ad altri artisti e creativi che amo e che voglio promuovere è una tale gioia, soprattutto, riguardo alle cause in cui credo e all’attivismo. Ho avuto l’opportunità di essere la produttrice esecutiva di molti documentari, tra cui “Below the Belt”, “Common Ground”, “Split at the Root”, “Our Words” e “Collide”, che parlano di temi come l’endometriosi, la rigenerazione del suolo, la separazione dei bambini al confine e la salute mentale dei giovani, esplorando il potere della poesia in questo campo.
Di recente hai prodotto un film di grande impatto intitolato “IMPACT: Dick Gregory”, con la partecipazione di Jane Fonda. Ci saranno altri film della serie “IMPACT”?
È quello che speriamo. Mi piace l’intimità di questo film e la franchezza della conversazione con Dick Gregory, che si concentra su di lui, mentre condivide i suoi pensieri e le sue storie in modo diretto, senza interruzioni di sorta. Sarebbe meraviglioso poter catturare e sperimentare questo tipo di apertura e di schiettezza con altre persone come lui.
Hai iniziato quando eri ancora un adolescente con il primo ruolo nel film “Kids”, è vero che il regista Larry Clark ti aveva notato per strada?
Sì, ero sul marciapiede davanti a casa mia e lui, lo sceneggiatore Harmony Korine, il nostro direttore della fotografia Eric Alan Edwards e diversi altri membri della troupe stavano cercando delle location nel quartiere e mi chiesero di fare un provino per Ruby, il mio primo ruolo. L’estate scorsa è stato l’anniversario dei trent’anni da quando sono stata scoperta e ho girato il mio primo film. È stato un viaggio incredibile da “Kids” a diventare nonna quest’anno. Mi ha dato modo di riflettere. Veramente rivelatore.
Sei è un’artista completa, non solo un’attrice straordinaria, ma ti sei cimentata anche nella produzione, nella musica e nella moda. In cosa ti senti più a tuo agio?
Grazie! Sono così grata di aver potuto esplorare così tanti aspetti della creatività, qualunque sia l’impegno che comportano. Amo le sfide e la capacità di connettermi, condividere e raccontare storie in una miriade di modi. Finché ne sarò capace, vorrei continuare a recitare, ma sto apprezzando sempre di più la produzione. Recentemente ho preso una pausa significativa dalla recitazione, per la prima volta nella mia carriera, ed è stato un vero balsamo per l’anima vivere nei miei panni. Ho trascorso la maggior parte del mio tempo degli ultimi decenni calandomi nei panni di un personaggio, incarnando ed esprimendo l’esperienza di qualcun altro. Quest’anno, invece, mi è piaciuto togliermi le scarpe per giocare nell’erba con mio nipote! Adesso sono riluttante a rinunciare a questa presenza, quanto non lo sono stata in passato. Ho scoperto che lavorare dietro la macchina da presa non è così totalizzante come lo è recitare, ho capito di essere ancora in grado di creare (cosa di cui la stacanovista che è in me è molto soddisfatta), mentre la mia mente e la mia personalità non devono più essere sacrificate o messe da parte così tanto. Sto apprezzando il semplice essere me stessa.
“Look good, feel good, and do good – that’s as good as it gets”, questo è il claim che si legge all’apertura di studiooneeightynine.com, il sito di moda africana etica e artigianale che hai co-fondato con Abrima Erwiah. Hai una figlia e da poco sei diventata nonna, qual è l’eredità più importante che vorresti fosse lasciata alle generazioni future?
Se c’è un’eredità che desidero lasciare è proprio questo motto: possiamo incarnare e promuovere i nostri valori senza necessariamente dover sacrificare ogni nostro quello che ci piace. Questi stili di vita non devono escludersi a vicenda. Sono tante le cose su cui dobbiamo negoziare e scendere a compromessi in questa vita, ma la gentilezza, la cura, il rispetto e l’amore non devono esserlo. Studio One Eighty Nine è la nostra risposta slow fashion ai danni del fast fashion che ci sta consumando e distruggendo. Andando avanti con attenzione consapevole e collaborazione, promuoviamo una realtà a cui, dal nostro lifestyle al nostro guardaroba, possiamo votare il nostro tempo, il nostro denaro e la nostra energia in modi che si allineano con i nostri più grandi desideri e le nostre speranze su come questo mondo può funzionare per tutti noi.
Il cinema non è quasi mai un’industria sostenibile. Come riesci a coniugare la tua attenzione alle questioni etiche e ambientali con questo lavoro?
Dagli spazi che è necessario creare in nome dell’inclusività e dell’equità, con la consapevolezza della salute mentale ed emotiva delle persone all’interno di questa esistenza interdipendente che tutti condividiamo, all’ambiente fisico in cui coabitiamo e che è sempre al centro della nostra attenzione. Molti dei progressi compiuti in campo ambientale sui set hanno subito una battuta d’arresto con il Covid, ma sono grata di poter collaborare con associazioni come il Green Council del sindacato Screen Actors Guild (SAG), che si sforza non solo di recuperare i parametri perduti, ma di migliorarli in ogni set. Stiamo affrontando diverse sfide e progredendo in diversi campi, dall’abbassamento delle emissioni di anidride carbonica all’uso di materiali compostabili, fino alla riduzione e allo smaltimento dei rifiuti attraverso mezzi più sicuri. Che si tratti di lavorare con KISS THE GROUND o con Fire Drill Fridays di Jane Fonda (insieme a molte altre organizzazioni attive in diversi settori), promuovendo il compostaggio, il riciclaggio, la riparazione, il riuso e un approccio circolare cradle-to-cradle, che le nostre industrie ed economie devono adottare e implementare su tutta la linea, mi farò sempre paladina della collaborazione per sostenere il progresso a beneficio del nostro bene comune. Questa è la nostra casa. Lasciamola in condizioni migliori di come l’abbiamo trovata, per le nostre generazioni attuali e future.
Talent: Rosario Dawson @rosariodawson
Photographer: Philip Riches @Philipriches
Art Direction: Andrea Bettoni @_andreabettoni
Stylist: Carlo Alberto Pregnolato @carlo_alberto_pregnolato
Stylist assistant: Massimiliano Morazzoni @massimiliano_morazzoni
Make-up: Anna Maria Negri – WM Management @annamarianegri – @wmmanagement using Lierac and Nars cosmetics
Make-up assistant: Concetta Monte @concettamontemua, Arturo Vermiglio @arturovermigliomua
Hair: Damiano Seminara @damiano_seminara using Phyto Paris
Nails: Jessica Iaquinangelo @nails_jessicafashion @etoilemanagement using Chanel
Backstage photo: Federica Paola Muscella @federicapaola_muscella
Talent Producer: Jordan Stone @jordan.cinema.stone
Talent assistant: Brittany Axelson