Dior e Stone Island siglano una collaborazione per dare vita ad una capsule collection di 74 pezzi per l’A/I 2024 che unisce due realtà apparentemente opposte, come afferma il Direttore Creativo di Dior Uomo Kim Jones: “In questa collezione c’è un incontro tra il lavoro di Monsieur Dior e Massimo Osti, è l’incontro delle ‘ossessioni’. Sembrano agli estremi, uno legato alla couture e l’altro alla funzionalità d’impronta militare, ma credo che avrebbero riconosciuto qualcosa l’uno nell’altro, a partire dalla passione per la perfezione e l’eccellenza, e in quello che hanno raggiunto attraverso l’abbigliamento”.
L’haute couture parigina incontra lo streetwear che da sempre appartiene al brand di Casa Moncler. Il rigore, il romanticismo e l’eredità di uno si uniscono alla maestria e alla meticolosità dei dettagli funzionali dell’altro. Gli approcci alla moda di entrambe le maison vengono collaudati rispettando ciascun dna, che vengono rivisitati e riproposti attraverso una nuova chiave di lettura.
Focus sul colore o, come lo definisce Jones sull'”alchimia del colore“, così come sulla tecnica di tintura dei capi di Stone Island, onnipresente in tutta la capsule, e sull’utilizzo di materiali quasi esclusivamente nobili, come la seta, che trasforma il risultato del processo di tintura in capo.
Ed è così che una field jacket della S/S 1988, proveniente dall’archivio di Stone Island, originariamente realizzata in cotone e gomma è ora riproposta utilizzando la seta di cotone con pelle goffrata. Molti capi prendono ispirazione dall’archivio haute couture delle collezioni autunno/inverno 1955 e della primavera/estate 2013. Ma non solo.
Tra capi d’abbigliamento, articoli di pelletteria, accessori e calzature la nuova capsule Dior & Stone Island, che nasce dall’unione fra tradizioni contrastanti, crea una nuova alchimia del vestire.
La collezione sarà disponibile esclusivamente nelle boutique Dior, a Milano a partire dal 14 giugno, Parigi e Londra dal 18 giugno, negli Stati Uniti dal 27 giugno e nel resto del mondo dal 4 luglio.
