Fresco di una recente apertura nella capitale con il marchio Blauer USA, il patron di FGF Industry Enzo Fusco si racconta e svela i suoi progetti presenti e futuri e il segreto per arrivare a festeggiare – quasi – venticinque anni di attività di successo.

Anche la Capitale ora ha il suo Blauer USA store. Quale momento migliore per inaugurare la boutique se non questo, con l’arrivo del grande freddo.
Esatto, anche se nel giorno dell’inaugurazione Roma era caldissima, perché molta gente era vestita in bermuda e t-shirt, quindi ero contento da un lato e abbattuto dall’altro. A parte questo devo dire che, dopo i primi dieci-quindici giorni, lo store ha iniziato a lavorare molto bene. Seppur i negozi noi li apriamo più che altro come veicolo di comunicazione, l’importante è che non vadano in perdita, se poi guadagnano naturalmente è ancora meglio, ma non lo facciamo per speculare ma, piuttosto, perché crediamo sia importante offrire al marchio un’immagine ben definita e posizionata. 

Blauer USA store è già presente a Milano, Cortina, Padova e Sardegna. Come mai Roma solo ora?
Perché è arrivata ora l’occasione che stavamo aspettando, abbiamo trovato lo spazio delle dimensioni giuste e nella posizione giusta, adiacente a via del Corso. E, tra l’altro, si trova di fianco ad un altro marchio americano e questo ci è piaciuto molto. Nel giro di un anno, inoltre, nelle vicinanze verrà inaugurato l’Hotel di una catena molto prestigiosa, quindi, si tratta di un’area per noi strategica. Nel frattempo, stiamo valutando altre due aperture, una a Verona e una a Torino. Avere una boutique in ogni città è per noi è molto importante.

Da anni ormai aziende come la vostra si sono dovute adattare ai repentini cambiamenti climatici e ad inverni meno rigidi. La soluzione sono pesi più leggeri. Ci può fare qualche esempio di quelle che sono le vostre proposte nella nuova collezione?
Nel mondo della piuma abbiamo alleggerito sicuramente tutta la gamma che va dai 100 grammi in su, perché quello del clima è un problema che dobbiamo tenere senz’altro presente. Inoltre, è tornato di moda il gilet, un capo molto versatile, perché, ad esempio, se si indossa un cappotto in pelle e il clima non è molto freddo, basta mettere sotto la giacca il gilet e sei a posto. Anche nella collezione donna, inoltre, abbiamo proposto pesi ultra-light, mentre nella linea dedicata alla giubbotteria due modelli in uno: un giubbotto interno e un altro capo sopra, in modo da indossare il peso giusto a seconda del clima. Non possono mancare poi tutta una serie di giacche in neoprene leggere, sia sfoderate sia imbottite, perché oggi la gente si veste a strati, a seconda delle necessità. Anche i materiali tecnici, dallo stretch ai materiali antivento e antipioggia stanno dando degli ottimi risultati, perché abbiamo cercato di proporre una linea tecnica, ma fashion, cercando di offrire una gamma completa al cliente.

F/W 2024-25

In un’intervista ha dichiarato che in azienda conserva un archivio di circa 40mila pezzi da lei collezionati e recuperati dai vari viaggi nel mondo, che rappresentano una grande fonte di ispirazione per lo sviluppo delle sue collezioni. Ci può fare qualche esempio di questi cimeli?
Il 50% del nostro archivio è costituito da capi militari reperiti in tutto il mondo, dal Giappone all’America, fino alla Germania, quando andavo nei mercatini dell’usato. L’altro 50% è rappresentato da capi vintage e si tratta di capi che non si trovano più in giro, perché risalgono agli anni ’50,’60 e ’70. Secondo me, se si è bravi a guardarli e a comprenderli nel modo giusto, possono diventare una fonte di inesauribile ispirazione. D’altra parte, nella moda, tutto prima o poi torna, cambiano le forme e i materiali – perché oggi il mercato offre una maggiore proposta di materiali straordinari con cui è più facile lavorare – ma bisogna semplicemente essere bravi a capire quando rimettere sul mercato alcuni prodotti. Quindi l’archivio è per me importantissimo.

La vostra azienda, anche quest’anno, chiuderà il bilancio in attivo, con straordinari risultati. Se posso permettermi credo che sia sempre stata molto vincente anche la sua figura imprenditoriale. Una personalità di grande umiltà, gentilezza e competenza, un esempio per molti giovani imprenditori. Quale consiglio si sentirebbe di dare loro?
In modo ironico dico spesso che io provengo dalla “strada”, nel senso che per arrivare fino a qui ho fatto molta gavetta. Sono stato commesso, vetrinista e ho aperto delle boutique. Ho sempre lavorato in questo settore, che mi ha permesso di imparare molto. D’altro canto, non ho avuto la possibilità di studiare, però, ho girato il mondo e devo dire che questo mi ha istruito e mi ha fatto crescere molto. Non è facile dare dei consigli, diciamo che ho un grande rispetto delle persone, le tratto tutte bene, perché voglio che anche loro rispettino me. Sono una persona piuttosto generosa e cerco di parlare sempre con i dovuti modi, anche quando si tratta di dover affrontare situazioni complicate. A montarsi la testa ci vuole un attimo, ma conosco la fatica che serve per arrivare e credo che sia giusto guardare avanti e ogni tanto credo sia giusto anche fermarsi e guardare indietro. Sarà anche il mio carattere che mi porta ad essere così, ma credo che questo atteggiamento ripaghi, mi piace costruire rapporti puliti, tanto è vero che in azienda siamo riusciti a costruire un rapporto oserei dire quasi familiare.

 

Come riuscire oggi a portare avanti un prodotto competitivo, ma che al tempo stesso non scenda a compromessi?
Nel caso di Blauer USA si tratta di un marchio che esiste dal 1986, quindi, per noi è importante lavorare con un brand autentico. Il successo di Blauer USA – se si può parlare di successo – è dato dal fatto che offriamo un’ottima qualità-prezzo e cerchiamo di gestire al meglio il rapporto con il cliente. Diciamo che garantiamo un servizio, non dico insostituibile, ma di grande qualità. E questo ci porterà l’anno prossimo a festeggiare venticinque anni di attività. Durare così tanti anni e continuare a crescere non è facile.

Quale è l’aspetto che considera imprescindibile nel suo lavoro, affinché possa continuare ad essere vincente?
Io amo il mio lavoro e non mi pesa, perché è esattamente quello che ho scelto di fare nella mia vita, lo desideravo sin da ragazzino, e in questo senso mi ritengo molto fortunato. Credo sia molto importante, poi, circondarsi di persone valide che ti aiutino a capire quello che succede domani o quello che può succedere dopodomani. Perché il successo non è mai una questione che riguarda il singolo, io nella mia azienda sono una figura determinante, ma il merito va senz’altro anche alle persone che lavorano con me.

Per concludere, domanda di rito: che cosa si augura Enzo Fusco per il suo futuro in FGF?
Ci stiamo aprendo a dei mercati per noi nuovi come la Corea e il Giappone. Mi piacerebbe raggiungere anche quello americano, essendo Blauer un marchio USA. Oggi è necessario essere internazionale se si vuole essere vincenti sul mercato e mi auguro di riuscire, piano piano, a coprire tutto il globo. Desidero che Blauer USA continui ad essere un marchio ben voluto e ben chiacchierato. Ci metto il cuore in quello che faccio ogni giorno quindi non posso che augurarmi questo per il futuro.