Secondo alcune statistiche nel 2021 sono stati sorseggiati oltre 300 miliardi di litri di tè, per un totale di quasi 30mila tazze al secondo. Ad oggi, infatti, si tratta della bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua. C’è chi predilige il tè caldo, chi il bubble tea e chi il tè aromatizzato. Chi lo sorseggia per il puro piacere di gustare il suo sapore e chi per i benefici che apporta alla salute. La cultura del tè è in continua evoluzione, grazie all’innovazione e alla ricerca da parte di appassionati, come Francesco Rossi.

Classe 1982, con un passato nel mondo della moda, oggi Francesco Rossi è riconosciuto come un grande esperto di tè e tisane, tanto da aver inaugurato una bottega a Milano, destinata ai tanti curiosi e appassionati come lui, il Giusmìn Tea Lab Milano, e aver realizzato il volume L’accento sul tè. Come preparare e apprezzare una tazza perfetta, di 240 pagine, edito da Mondadori Electa, frutto della sua travolgente passione/ossessione per il tè, che negli anni si è tramutata in una ricerca approfondita della materia.


L’accento sul tè. Come preparare e apprezzare una tazza perfetta racconta e mostra l’incantevole mondo che ruota attorno a questo antico rituale: le sue varietà, le sue lavorazioni, i suoi usi e le sue potenzialità. Un progetto frutto di anni di degustazioni, studio e incontri che svela segreti e retroscena di una delle bevande più globalizzate, ma del quale si conosce ancora ben poco a riguardo. “Prepararne una buona tazza non è affatto complicato, così come è semplice poterla apprezzare. Le accortezze da seguire sono poche e semplici, ma ancora sconosciute o ignorate da molti. Nel libro fornisco i giusti suggerimenti di preparazione e anche quelli su come scegliere e valutare i diversi tè”. Il tutto in modo accessibile e comprensibile, partendo dalle conoscenze base per poi portare anche chi è maggiormente esperto sull’argomento ad esplorare un tipologia di degustazione più attenta e consapevole e ad arricchire l’approccio al mondo del tè, anche a tavola ed in cucina.

 

Un libro che, secondo Francesco Rossi, mancava e di cui anche lui avrebbe avuto necessità e desiderio agli esordi. “Ho sempre subito il fascino di tutto ciò che è misterioso e lontano e sin da ragazzo mi lasciavo incuriosire dalle scatole di tè che potevo vedere nei negozi di alimentari. Sono nato in un piccolo paesino e le mie opportunità di esplorazione non sono state così ampie all’inizio”. La svolta, l’occasione per scoprire qualcosa di più su questo affascinante rituale, che gli avrebbe poi cambiato la vita tramutandosi da passione in lavoro, è stato l’impiego temporaneo che nel 2006 lo ha impegnato a Milano, in un negozio di tè con degustazione. “Si trattava di una breve parentesi professionale che, però, ha acceso in me un pensiero fisso: aprire la mia bottega del tè”. Dove apprezzare il tè semplicemente per la sua bontà, senza necessariamente esserne intenditori, a differenza del vino, ad esempio. “In questo, il tè è spesso un alimento molto più democratico e accessibile del vino. Vorrei, inoltre, sentire presto parlare al plurale di questo alimento, ossia dei tè così come si parla dei vini. Si chiede un Sauvignon o un Prosecco: arriverà il giorno in cui sarà normale chiedere un Assam o un Keemun, senza risultare eccentrici”.