“A volte i libri riflettono cose della vita, a volte la vita si riflette nei libri.
Tre libri alla volta, un filo rosso che li unisce. Leggere, guardare, emozionarsi”.

 

Quante volte abbiamo desiderato di passare inosservati, di non essere notati. Quante volte  ci è capitato in metropolitana di non distinguere le persone in quanto soggetti, ma  averne piuttosto una percezione vaga e indistinta come un muro di sfondo in una mostra di quadri. O di osservare la persona seduta di fronte in treno e pensare che come lei ce ne sono mille, centomila, e non le distingueremmo mai da altre come lei. Perché sono ordinarie ai nostri occhi. Perché sono grigie, neutre, senza personalità. Queste persone invisibili popolano il mondo, lo vivono, fanno delle cose a noi ignote e magari le loro vite incidono su cose importanti. Ma non le notiamo, non si fanno notare. Svaniscono al nostro sguardo un attimo dopo averlo attraversato.

Eppure tra queste persone c‘è chi sceglie di essere invisibile. L’invisibilità agli occhi degli altri permette di avere un punto di osservazione privilegiato, perché nessuno ti nota, nessuno fa caso a te. Mentre tu, nella tua ordinarietà, puoi raccogliere indisturbato frasi, comportamenti, dettagli su chi ti sta intorno. Puoi pedinare, spiare, origliare senza che qualcuno riesca ad accorgersene. Scegli di essere invisibile, ordinario, grigio, per poter percepire e studiare le esistenze degli altri. I fatti degli altri, le loro manie, le loro abitudini, paranoie.

Piccoli ed indaffarati ci aggiriamo per le città convinti della nostra esistenza, della nostra importanza, dello spazio che occupiamo nel mondo. Ma qualcuno, potrebbe non vederci mai.

 

Will Bear con il suo camper Stella Polare vaga per l’America insieme al suo cane, un vecchio cane da combattimento che soffre di stress post traumatico. Will Bear non esiste: non ha un certificato di nascita, un conto in banca, un numero di previdenza sociale, uno smartphone. Nell’epoca della tracciabilità universale dell’esistenza di chiunque, dei droni che sorvegliano un’America futurista, Will non risulta da nessuna parte. Lavora per una improbabile società di servizi , servizi indefinibili che possono comprendere anche l’omicidio. Ma Will non esiste; ha un’amica di infanzia, Experanza, l’unica persona che mai abbia amato davvero e che lo conosce, che sa che Will esiste in carne ed ossa. Finché un giorno Will riceve una telefonata da Cammie, che dice di essere sua figlia e di essere in pericolo. Se Will non esiste, come è possibile che questa Cammie lo abbia trovato e insista nel dire che lui è suo padre? Will non ha radici né legami e questa telefonata apre una crepa nella sua esistenza inesistente, in fuga. Will, che mai si è fidato di qualcuno, che nasconde se stesso e il suo passato da sempre, sembra fidarsi di questa voce nel telefono e decide di cercare Cammie. Si esiste davvero solo se qualcuno diverso da noi afferma la nostra esistenza? Che cosa dà significato alla vita se le tue origini si perdono nel sangue dei morti? Chi ha il potere di far morire o esistere in un mondo il cui ordine è solo caos ? Una storia di esistenze tratteggiate, pronte a svanire ad un battito di ciglia, un battito di mani, un gesto feroce che pretende di ristabilire un ordine frutto della mera volontà di onnipotenza dell’uomo.

“Sleepwalk” di Dan Chaon, ed. NN Editore

 

Come raccontare storie ordinarie eppure emozionanti, piccoli frammenti di esistenze che passano inosservate, ma che tengono dentro di sé la densità dei significati di questo tempo. Un tempo fatto di arcipelaghi di senso attraverso i quali navighiamo più o meno consapevoli della direzione, lasciandoci affascinare da un tramonto qua, da delle rocce là, dagli incontri che casualmente o consapevolmente facciamo in questo vagare all’apparenza disordinato. Battiti di esistenza, invisibili agli occhi, ma pressanti nel petto; battiti che possiamo ignorare, così come ignoriamo quelle piccole storie quotidiane che popolano il mondo rendendolo qualcosa di unico. Immagini potenti, inquietanti, piatte, affettuose, rappresentazioni del qui e ora di tutti noi.

“Battiti” di Lorena Canottiere, ed. Comicout 

 

Quello che si vide allora, al tempo prossimo della Rivoluzione francese, quello che si scelse di vedere e di cui tenere memoria è raccontato nei libri di storia. Quello che si è immaginato, trasfigurato, reso leggenda ha trovato corpo nei manga e nei cartoni animati degli anni ’70 e ’80, nella narrazione fantasiosa che ha cercato carnefici, vittime ed eroi, provando ad uscire dallo stereotipo del cuore di quella rivoluzione e della sua portata epocale. Una corrispondenza intensa, politica, che cerca di interpretare il suo tempo senza riuscire a trovare una via d’uscita che possa cambiare il corso degli eventi. Il punto di vista di una regina, che, sempre più sola, si interroga sul suo mondo e su quel momento storico, individuando una propria verità attraverso lo scambio epistolare con il conte. Sotto traccia quella passione tra la regina Maria Antonietta e Axel Von Fersen, rimasta sospesa in un tempo onirico e leggendario.

“Maria Antonietta & Axel Von Fersen. Corrispondenza” di Isabelle Aristide-Hastir, ed. L’Ippocampo