Nessuno dovrebbe indossare sempre le stesse scarpe nere. Solo giocando impari a sognare“.
Solo dopo aver conosciuto di persona la designer – nonché cuore pulsante dell’azienda – si può comprendere quanto questa affermazione le appartenga e la rappresenti.
Entrare nel mondo di Chie Mihara in un certo senso equivale a sognare ad occhi aperti. Tutto è colorato, ma al punto giusto, tutto parla di libertà creativa e, anche in questo caso, con il giusto equilibrio.
Perché se esiste una filosofia di stile, e di vita, su cui Chie crede fortemente quest’ultima è quella di riuscire a creare “un design che disegni un sorriso e che porti sempre più in alto. Perché una scarpa può essere una piattaforma meravigliosa per realizzare sogni, essere felici e sentirsi belli”.
Tutto per Chie Mihara ruota attorno alla donna di oggi, impegnata nel proprio lavoro e nella propria vita famigliare, e quindi desiderosa di indossare scarpe che la facciano sentire femminile ma allo stesso tempo che siano estremamente confortevoli. Uno degli “strong points” del brand non a caso sono proprio altezza e proporzioni del tacco, non troppo alto ma nemmeno troppo basso.
Si tratta di modelli non così popolari al giorno d’oggi, ne sono consapevole, e difatti siamo gli unici a proporli sul mercato. Questo ci ha permesso di diventare negli anni un brand di successo e riconoscibile tra i tanti”.

E, come accade nella maggior parte dei casi, quella di Chie Mihara, è in parte anche la risposta ad un’esigenza, la nascita del brand rappresenta una sorta di rivendicazione a quello che prima secondo la designer mancava sul mercato.
Quando ero piccola avevo già il piede grande, e a quei tempi – a differenza di oggi in cui l’offerta si è decisamente evoluta – era molto difficile trovare delle scarpe femminili che si potessero adattare al mio numero di piede, l’ho sempre vissuto come un trauma”.
L’idea di dare vita ad un brand di scarpe adatte ad ogni donna, e ad ogni calzata, però, in realtà, non è stata sin da subito nei piani di Chie.

 

Classe 1968, figlia di genitori giapponesi, nata nella bohémien e, non a caso colorata, Porto Alegre, nel sud del Brasile, Chie Mihara da giovane nutriva una forte passione per la moda. All’età di 18 anni prepara le valigie e parte per il Giappone per studiare moda alla scuola di design di Fukuoka. Ma solo dopo la prima esperienza lavorativa, a Tokyo, Chie si accorge di quanto il suo rapporto con la moda fosse illusione e disincanto, passione e noia.
Decide così di cambiare direzione, andando a New York e avventurandosi nella scultura.
Anche quest’ultima, un’esperienza che le non ha saputo dare quello che voleva, ma che malgrado ciò le ha offerto una visione più ampia e lungimirante di quello di cui si sarebbe occupata poi qualche anno più tardi, il suo omonimo brand di scarpe, il cui processo creativo si può dire sia più vicino a quello di un’artista che a quello di una designer.
Cinque mesi dopo la moda bussa di nuovo alla sua porta sotto forma di una scarpa, un accessorio in cui la designer ha trovato il perfetto connubio tra moda e arte.
Da lì l’iscrizione al Fashion Institute of Technology di New York, dove si specializza in accessori.
Il passo successivo? Non è stato quello di creare il suo brand, non ancora, ma quello di lavorare per un negozio ortopedico. Un’esperienza insolita che le ha permesso di imparare a rispettare le vere esigenze dei piedi, troppo spesso “dimenticati” e “torturati”, e solo dopo qualche anno di esperienza nel settore, di dar vita ad una nuova tipologia di calzatura, fino ad allora inesistente sul mercato.
Da qui il successo del brand, che oggi ha la sua sede in Spagna, ad Elda, Alicante, e che vede al timone Chie, nel ruolo di Direttore Creativo, e suo marito Francisco Sanchis, CEO.

Oggi, dopo quasi ventitré anni di attività, e oltre 41 collezioni tra migliaia di stivaletti e sandali, Chie continua a progettare scarpe nel segno della femminilità, dell’allegria e dell’originalità.
Rompere con il consolidato è sempre più divertente. Quando si tratta di lasciare un segno, l’audacia è il primo passo“, racconta Chie.
“Fun, indipendent, freedom” sono difatti i tre aggettivi che per la designer rappresentano e contraddistinguono il “suo mondo”. Non a caso, a differenza di molte altre realtà del settore, il processo di sviluppo di una collezione in questo caso si può dire avvenga all’inverso: se solitamente è il reparto commerciale a indirizzare il processo creativo, qui, la priorità è data al design e solo successivamente il comparto commerciale interviene nell’eventualità “aggiustando il tiro” a seconda delle esigenze di mercato.
Ho sempre avuto la necessità di rimanere impressionata da un’idea, quindi quando questo avviene cerco di approfondire la cosa e a svilupparla. Non inizio mai iniziato la creazione di una collezione con un’idea precisa in testa. Solo quando l’ho portata a termine sono in grado di identificare ciò che mi ha ispirato“. Ogni disegno è il riflesso di ore di sperimentazione, di combinazioni di tagli, linee, materiali, accostamenti.
Il tutto nel segno del più autentico valore artigianale, che sposa l’originalità, ma non l’eccesso.
Come ha dimostrato con il lancio della sua prima collezione di abbigliamento, la primavera/estate 2024.

Il debutto della collezione di abiti di Chie Mihara 
Dopo più di vent’anni dedicati all’universo della calzatura Chie ha deciso infatti di inaugurare oggi un nuovo capitolo, una collezione di abbigliamento che, al contrario della linea di calzature, raccontasse un mondo più “clean”, dai tagli asimmetrici e dalle forme ingegnose, ispirati alla sua cultura d’origine, quella giapponese.
Una collezione che “strizza l’occhio allo stile di designer come Comme Des Garçons e Yohji Yamamoto“, spiega Chie. Le due linee, abbigliamento e calzatura, “si diversificano tra loro ma possono essere assolutamente complementari, perfettamente abbinabili tra loro” – racconta la designer – nonostante non abbia mai concepito la collezione di abbigliamento con l’idea di accostarla alle mie scarpe, perché per me questo vorrebbe dire limitare la mia creatività, e io ho bisogno di essere libera di creare, sempre“.
Il risultato di un look deve essere armonioso“, con l’obiettivo di vestire donne con abiti di alta qualità, dai colori tenui e dalle silhouette che donino leggerezza e libertà di movimento.
La collezione primavera/estate 2024, in particolare, vede protagonisti tessuti come il popeline e il crepe, oltre a tessuti elasticizzati. Il tutto proposto attraverso un’ampia palette cromatica che spazia dal bianco al rosa brillante fino al giallo.
Una nuova entusiasmante avventura, quella che riguarda il lancio della linea di abbigliamento firmata Chie Mihara, che fa rivivere alla designer le stesse sensazioni provate con il lancio – nel 2001 – della sua linea di calzature. “Mi piace pensare agli esordi, al fascino dell’inaspettato, dell’incerto che provavo all’ora e che provo ora con il debutto della mia prima collezione di abbigliamento, perché è qualcosa di nuovo su cui scommettere, giocare e lavorare”.
Una nuova sfida che non si può considerare un sogno nel cassetto realizzato, “fino ad ora non ho mai pensato di dedicarmi anche all’abbigliamento”, come lo sarebbe – e lo sarà – invece, ” l’ingresso della seconda generazione. Sono esaltata all’idea di vedere entrare in azienda i miei tre figli, perché sono sicura possano offrire un nuovo twist al design e in generale all’azienda Chie Mihara, non vedo l’ora!”.