Secondo lo yoga la mente e il respiro sono strettamente correlati tra loro, pertanto il modo migliore per rilassare il corpo e appunto la mente è prendere il controllo del proprio respiro. Tuttavia, non è sempre facile riuscire a farlo, poiché solitamente non si presta attenzione al modo in cui si respira. Al contrario, il più delle volte, si tende a respirare in modo affannoso se non addirittura ad andare in apnea per qualche secondo senza nemmeno – quasi – rendersene conto. Imparare a controllare e a gestire al meglio la propria respirazione risulta quindi un’ottima abitudine quotidiana da adottare se si desidera migliorare l’ossigenazione degli organi coinvolti nel processo depurativo e, in generale, la propria salute.
Scopriamo dunque in cosa consiste la tecnica del Pranayama e quali sono i suoi benefici.
La parola Pranayama significa energia ed è formata da prana, respiro, e ayana, controllo/espansione. Si tratta di una tecnica che sta alla base della disciplina dello yoga e si basa sul controllo ritmico del respiro, che diventa il focus di tale tecnica. I libri dello yoga insegnano che quando il respiro è calmo anche il prana lo è. La qualità del respiro influisce dunque indirettamente sulla qualità della vita.
I suoi benefici nello specifico
– La regolazione della frequenza respiratoria e cardiaca
– La regolazione della pressione sanguigna
– La riduzione dello stress
– La rimozione delle tossine dal corpo
– Il miglioramento della digestione e l’aumento dell’immunità
– La regolazione e il miglioramento dell’umore
Come si esegue il Pranayama
La tecnica del Pranayama si suddivide in quattro fasi: inspirazione, espirazione e due pause in cui si trattiene il respiro. Gli esercizi del Pranayama si possono eseguire in qualsiasi posizione seduta e stabile che consenta di mantenere la schiena dritta per tutta la durata dell’esercizio. Solitamente quella più comune prevede di sedersi su un tappetino a gambe incrociate, con la schiena dritta, il capo allineato e le spalle e la testa completamente rilassate.
Esistono tre tipi di Pranayama, da eseguire a seconda del tipo di respirazione che si intende effettuare:
- Respirazione addominale: permette un maggior accumulo di aria fresca nei polmoni e si esegue mantenendo i muscoli addominali rilassati e inspirando ed espirando aria attraverso il naso; è durante la fase espiratoria che i polmoni si svuotano letteralmente dell’aria incamerata consentendo un ricambio di aria e di ossigenazione del sangue. Se lo si desidera, durante l’esercizio, si può posizionare una mano sullo stomaco per “sentire” il movimento.
- Respirazione toracica: con questo tipo di respirazione avviene un’espansione della gabbia toracica e conseguentemente dei polmoni durante la fase di inspirazione. L’espirazione avviene invece attraverso la contrazione dei muscoli intercostali e alla diminuzione del volume toracico;
- Respirazione clavicolare: questo tipo di respirazione garantisce una ventilazione superficiale e viene prodotta riempiendo di aria la parte superiore dei polmoni. Per eseguirla si sollevano le clavicole durante l’inspirazione, cercando di non muovere le spalle.
L’ideale è eseguire questi tre tipi di esercizi di respirazione insieme, in questo modo si ottiene il Pranayama, e si consente ai propri polmoni di funzionare al massimo del loro potenziale. Per ottenere questo tipo di respirazione è consigliato iniziare con la respirazione addominale, proseguire con quella toracica, per finire con quella clavicolare. È sconsigliato praticare il Pranayama in modo autonomo, quantomeno all’inizio. Questo perché, per eseguire correttamente le tecniche di respirazione Pranayama, è necessaria una conoscenza approfondita degli asana, ovvero delle posture adottate nello yoga. Iniziare con l’aiuto di un insegnate – consigliano gli esperti di Sha Wellness Clinic – aiuta poi a ottenere da questa tecnica i massimi benefici per mente e corpo.