Da diversi anni si parla di food experience, il momento di mettersi a tavola non coinvolge solo il gusto, ma anche la vista, l’olfatto e il tatto. La cucina diventa così un’esperienza sensoriale in continua evoluzione. E nonostante il panorama culinario abbia negli ultimi anni dato dimostrazione di avere molta inventiva e fantasia, c’è chi ancora riesce a sorprendere per originalità e intuizione. Come Sabrina Corbo – la Creative Director con un background giuridico e imprenditoriale internazionale, nata a Roma, di origini partenopee e con base da tanti anni a Londra – che pochi giorni fa ha inaugurato il suo Allegrìo, in via Vittorio Veneto 114, a Roma. Un ristorante di fatto, ma definirlo tale non sarebbe abbastanza.

“Questo concept viene dalla pancia”, spiega Sabrina Corbo che per il suo locale è voluta partire dalle emozioni.“Lo definirei un viaggio delle emozioni. Ho pensato che tutto sarebbe dovuto iniziare da lì, perché noi italiani siamo questo”. E Allegrìo nasce proprio dalla resilienza e dall’audacia che contraddistingue l’Italia: “Dall’allegria che abbiamo nel dna, siamo il Paese della gioia di vivere. Gli italiani in ogni situazione sanno tirare fuori un’energia incredibile, come hanno dimostrato anche durante la pandemia. Io, vivendo a Londra, ho passato quei mesi lì e ciò che mi tirava su di morale più di ogni altra cosa e che mi ha fatto anche venire in mente l’idea di aprire Allegrìo è stato vedere in tv l’atteggiamento degli italiani in un momento così difficile, mentre cantavano affacciati alle finestre o giocavano a tennis sui terrazzi, inventandosi la qualunque, questo per i britannici è stato un potente anti-depressivo.

“La pandemia è stato un periodo che ci ha cambiato molto – continua – Ci ha spinto a capire chi siamo, a guardarci dentro con occhio introspettivo. Da inglese, quindi, ho iniziato a guardarmi attorno e ho pensato di voler creare qualcosa che sapesse cogliere la vera essenza dell’Italia, esaltandone la sua identità, un format internazionale, ma italianissimo, fuori dai cliché, da quelle convinzioni che ci hanno affibbiato o che forse ci siamo affibbiati da soli!”.

“How do you feel today? Joyful, Intrepid, Lucky o In Love? Go There!”, Sabrina Corbo

Quattro stati d’animo, frutto della passione dell’imprenditrice per le contaminazioni, che corrispondono alle quattro sale di cui si compone il ristorante: Joyful, Intrepid, Lucky e In Love. Ognuna concepita con una propria atmosfera, un proprio sound di sottofondo e un proprio menù, con l’obiettivo di rendere l’experience di ogni cliente, ogni volta, rivoluzionaria ed entusiasmante. Il risultato è una destination place di ambient food dove non sei tu ad adattarti al luogo, ma è il luogo che si adatta a te, alle tue emozioni e al tuo stato d’animo. Un concept innovativo, in cui è protagonista la cucina italiana contemporanea e la sconfinata passione di Sabrina per l’architettura, l’arte e l’interior design.

“Ho studiato alla British Academy e sono membro del Design Center of London. A diciotto anni come regalo chiesi l’abbonamento alla rivista AD. L’arte e l’architettura sono tutto per me, potrei vivere di questo”. E non a caso, per questo speciale progetto, Sabrina Corbo ha chiamato all’appello alcune delle migliori maestranze della tradizione italiana: artigiani e artisti che hanno interpretato la sua visione per creare un’esperienza compiuta. Ad accogliere gli ospiti il sole di Allegrìo: “Dal significato simbolico, perché presenta dodici corni che simboleggiano i dodici apostoli”, spiega Sabrina Corbo. “Realizzato da Lello Esposito, mio amico e artista contemporaneo napoletano che ha lavorato a tutti i simboli che gravitano intorno ad Allegrìo”. Sue le sculture di bronzo dorato, figure iconiche che raccontano la città di Napoli. Dello scultore bronzista Marco Riccardi il bancone in bronzo e legno all’ingresso. Di Moritz Waldemeyer, light designer britannico-tedesco di fama internazionale, l’inedita installazione “Where the Stars Align”. Fiore all’occhiello di Allegrìo sono le cinquecento rose di porcellana di Capodimonte realizzate dalla storica bottega napoletana Barra del 1922, così come le decorazioni su porcellana di Matilde Argiolas e Marie Daâge. Ma non solo. Italiana è l’azienda che ha realizzato la carta da parati per la Lounge. Inglese è invece il brand che dei wallpaper che rivestono le quattro sale del ristorante e i disegni dipinti a mano ispirati ai diversi temi delle quattro aree, come i melograni per la stanza Joyful o le stelle dorate per quella dedicata alla fortuna.

E a proposito di fortuna, quest’ultima sembra giocare un ruolo chiave in questa destination place di ambient food. “Sono molto superstiziosa. Eduardo De Filippo diceva: ‘Essere superstiziosi è da ignorante, ma non esserlo porta male’. D’altronde sono napoletana di origini e ho sempre amato i charms per allontanare la sfortuna, dai cornetti rossi alla smorfia”.

È in una armoniosa fusione tra Lifestyle e Home Decor che si inserisce la Food Experience, fatta di materie prime di alta qualità e tradizione romana, che inizia la mattina con la colazione a cura del pastry chef Mario di Costanzo, segue con il business lunch, poi, con l’aperitivo, fino ad arrivare alla cena ed al dopocena con una dink list ad opera di Alessio Navacci e Riccardo Martellucci. La cucina vanta una brigata capitanata dall’executive chef Daniele Creti e dal Sous Chef Marco Melatti, mentre la sala vede la direzione condivisa di Eligio Schirru e Davide Gerlormini, Sommelier delle quattro sale. Immancabile la pizza napoletana, firmata dai mastri pizzaioli pluripremiati Ivano Veccia e Peppe Aiello, che in Allegrìo hanno portato una novità dedicata al light lunch: la pizza “matta”. Una ricetta must-to-eat che nasce dal connubio tra la tradizionale pizza romana e quella napoletana. “Io sono molto tradizionalista – afferma Sabrina Corbo: “Se dovessi consigliare ad un cliente che viene per la prima volta da Allegrìo cosa mangiare, gli  direi un piatto romano come l’amatriciana o la lasagna povera, e per chiudere in bellezza un babbà”.