Museion, il museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano, presenta “Shimabuku. Me, We”, prima mostra personale in Italia dedicata al noto artista giapponese e la più ampia mai allestita in Europa.

I primi due piani dell’edificio di Museion ospiteranno i lavori che vanno dai primi anni Novanta fino a oggi e con opere prodotte appositamente per questo spazio. Al terzo piano sarà esposto un “flusso di episodi” retrospettivo, senza una cronologia lineare, mentre al quarto piano sarà visibile una combinazione tematica tra produzioni nuove e non, tutte con il comune obbiettivo di abbinare entità diverse, come oggetti, animali, frutti, storie e geografie globali. La visione estetica di Shimabuku (1969, Kobe) appanna i confini, nel suo immaginario non esiste polarità tra dentro e fuori; l’artista cerca infatti al contrario di esplorare le interazioni tra queste due dimensioni. L’arte di Shimabuku può essere definita crossmediale e i suoi lavori nascono da momenti privati di stupore, un’intimità che diventa pubblica nel momento in cui egli mette in scena i suoi pensieri.

 

“Christmas in the Southern Hemisphere”, 1994, courtesy the artist and Air de Paris, Romainville, ©Shimabuku
“Oldest and Newest Tools of Human Beings”, 2015, courtesy the artist and Amanda Wilkinson Gallery, London, © Shimabuku

Una delle opere più importanti della mostra è “Me, We” (2023), una grande installazione scultorea prodotta in collaborazione con la Fondazione Antonio Dalle Nogare di Bolzano e l’Ex-Montecatini (ex-Solland Silicon) di Merano, in cui Shimabuku unisce due edifici dal background culturale molto diverso, entrambi attualmente in corso di demolizione o ristrutturazione. Il Mauracherhof fu costruito nel 1278, mentre l’Ex-Montecatini (ex-Solland Silicon) risale agli anni venti del Novecento. Due storie diverse, un significato comune e un’esistenza futura in qualità di opere d’arte. Inoltre, un’altra nuova opera che verrà esposta è “Bed Peace”  (2023), una scultura composta da un letto con due figure distese vicine e realizzata con la terra di diverse valli dell’Alto Adige.

Infine, in occasione della mostra, insieme a Mutina, l’artista ha prodotto in esclusiva una speciale edizione, parte del progetto Mutina for Art, organizzato dalla celebre azienda specializzata in ceramiche di design per sostenere gli artisti contemporanei. La mostra è anche un risultato diretto del premio This is Not a Prize promosso da Mutina e vinto da Shimabuku nel 2019.