“A volte i libri riflettono cose della vita, a volte la vita si riflette nei libri.
Tre libri alla volta, un filo rosso che li unisce. Leggere, guardare, emozionarsi”

Leggerezza è anche una questione di peso: se il peso delle cose permette di affrontare il mondo con tranquillità oppure no. Con ansia o senza; con paura o coraggio; con distrazione o concentrati. È una questione di percezione delle cose; di momento in cui le pensiamo e materializziamo davanti a noi. La presentificazione della materialità di ciò che nella nostra testa affolla i pensieri: troppa o rarefatta. La forza con cui scacciamo la noia o la tristezza; la sfrontatezza con cui affrontiamo le persone o i guai. L’energia con cui ci facciamo carico del dolore, nostro o altrui. La vigliaccheria con cui ci ritraiamo dalle responsabilità. La strategia che utilizziamo per uscire dal labirinto di ciò che non comprendiamo. Se afferriamo con leggerezza la luna, stringiamo i sogni in un soffio lieve, sorridiamo per qualcosa di buffo, quella leggerezza pervade l’anima. E in un solo attimo siamo dentro le cose, le sciogliamo come nodi semplici e maldestri. Se la vita ci rincorre ingrata, leggermente scostiamoci e lasciamola passare con il suo rancore. La leggerezza è un’arte che si apprende vivendo.

 

 

Arthur Opp insegnava letteratura all’università; ora è solo un uomo obeso, chiuso in casa, incapace di controllare il suo spasmodico consumo di cibo. Charlene era la sua studentessa preferita, di cui ha perso i contatti, finché un giorno Charlene chiama Arthur: desidera che Arthur convinca suo figlio Kel ad iscriversi all’università. Kel, giovane talento del baseball, che trascorre la sua vita evitando la madre, che trascina le sue giornate in preda ai fumi dell’alcol, che vede sua madre distruggere ogni briciola del suo mondo e del suo futuro. Kel non ha un padre, se ne è andato che lui era ancora piccolo.  Charlene porta dentro di sé  un segreto, così grande e difficile da rivelare. Tre esistenze che cercano di convergere in un punto di sintesi che possa alleviare il peso delle loro vite, del passato e di un futuro che sembra chiuso in un vicolo cieco. Tre persone che provano a dare significato alla loro fatica, che si nascondono dal mondo per non essere dal mondo giudicate. Tre solitudini come monadi che galleggiano in un tempo sospeso. Fino alla resa dei conti, quando lo spazio dilatato si restringe in unico punto e mette tutti nudi davanti alla realtà: è possibile il momento del riscatto? È possibile che quelle monadi si parlino uscendo dal solipsismo che le tiene imprigionate? Un romanzo sul coraggio: coraggio di dire, di essere, di accettarsi, di permettersi di “pesare” per qualcuno.

“Il peso” di Liz Moore, ed. Nn editore

 

 

Conosciamo tutti la canzone che incarna questo libro; conosciamo tutti l’atmosfera di quella musica, la solennità delle parole, la potenza delle note che le accompagna. Ognuno di noi probabilmente almeno una volta, ascoltandola, l’ha associata ad una persona, ad un evento particolare o speciale, una ricorrenza, un ricordo, un desiderio, un sogno. Questa è una delle infinite rappresentazioni possibili di quei suoni e di quelle parole che sono diventate volti, oggetti, colori, forme, materializzandosi sulla carta. Fate attenzione quando lo sfogliate, non è detto che troviate quello che state cercando, quello che la vostra immaginazione finora ha associato a quella canzone. Entrate in punta di piedi, con levità e pudore.

“La cura” di di Franco Battiato, illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini, ed. Einaudi Ragazzi

 

 

Libri e riviste su diete e stili di vita, comportamenti per controllare il peso, divieti, prescrizioni, suggerimenti; le persone  si affidano a nutrizionisti, dietologi, conoscenti, parenti, vicini di casa, consigli della nonna, cose sentite al bar davanti al bombolone alla crema, proposte della compagna di aquagym. Chiunque avrà avuto l’esperienza di sentirsi dire che cosa, quanto e come deve mangiare. Quindi? Una parola chiave su tutte: equilibrio. L’equilibrio come concetto di base che permette di regolare, ponderare, che ci restituisce un senso di misura accessibile anche quando si percepisce come precario. Un testo interessante che affronta il tema dell’alimentazione con competenza e allegria, che restituisce un senso di piacere nel prendersi cura di sé, prima ancora che della propria alimentazione. Che traghetta il concetto di limite in opportunità e possibilità, dove il traguardo sta nell’equilibrio. Un equilibrio che ognuno può trovare per sé e da sé, divertendosi a combinare gli elementi all’interno della propria specifica quotidianità. Divertente, intelligente, competente, leggero e incisivo.

“L’indice di equilibrio. Come, cosa e quando mangi è più importante di quanto mangi” di Iader Fabbri , ed. Mondadori Electa