“A volte i libri riflettono cose della vita, a volte la vita si riflette nei libri.
Tre libri alla volta, un filo rosso che li unisce. Leggere, guardare, emozionarsi”

Soffro di una particolare e spiccata mania nei confronti degli autogrill. Mi rappresenta in qualche modo un punto a caso dentro il percorso di un viaggio. Una piccola sospensione dello spazio dentro un tracciato più o meno consapevole e predefinito. Non importa se ci arrivi, perché non trattieni più la pipì, se ti fermi per fare pausa da un’infinita coda che ti accompagna da ore, se hai solo voglia di un caffè o di sgranchirti le gambe. Scendi dall’auto ed entri in un mondo parallelo che interseca le vite degli altri. Chi vaga tra confezioni giganti di biscotti, chi fa coda alla cassa, chi sceglie dell’affettato per la cena, turisti che agguantano il caciocavallo, bambini che afferrano i giocattoli trash. Piccoli dettagli raccontano i frammenti di viaggio che ognuno sta compiendo e lasciano spazio per immaginare destinazioni e transiti misteriosi. Poi, arriva lui, quello con la ciabattina infradito, beauty case sottobraccio e asciugamano in spalla che chiede le chiavi della doccia. Il  camionista.  Attendetelo fuori, accanto al suo camion, su una seggiolina pieghevole un po’ stropicciata dal viaggio, un po’ unta di polpette al sugo e olio del motore. Le sue storie sono le migliori; vanno lontano e ritornano indietro, non hanno il tempo di diventare storia, ripetono chilometri e chilometri sempre uguali e diversi, fatica, noia, mondi invisibili. E anche se  questo mito  non esiste più, se i camionisti sono solo un gran fastidio nel traffico e un pericolo quando si addormentano alla guida, rimane il fascino delle strade passate sotto le loro ruote giganti giorno dopo giorno, vita dopo vita,  cannibali insaziabili e inarrestabili. Icone romantiche del viaggio.

 

Rafael è un camionista di 34 anni così come ce li immaginiamo nelle rappresentazioni meno poetiche: ha una moglie e due figlie, viaggia di continuo e in ogni posto in cui va ha delle “fidanzate”, relazioni più o meno stabili in cui si sente di dominare le donne. Quando le sue “fidanzate” lo opprimono non disdegna qualche ora con delle prostitute. Si sente libero, si sente furbo: non ha vincoli se non la strada da percorrere, pensa con pena a chi è costretto ogni giorno a chiudersi in un ufficio. Amante delle donne, maschilista, sessista, pensa che il suo spirito da vincente  gli dia il diritto di calpestare il prossimo e chiunque si frapponga tra lui e il suo desiderio di libertà e indipendenza. Rafael però incontra una donna, Tona, che lo seduce sul retro del suo camion. Rafael è molto preso, catturato da una donna che cerca di trattenere con sé, ma che gli sfugge inesorabilmente. La sua vita cambia, il desiderio di Tona è martellante e lo induce a lasciare le fidanzate che nel tempo ha collezionato lungo la strada. Una di loro tenta il suicido e l’esistenza di Rafael precipita in un gorgo inesorabile di rovina. Tutto quello che ha fatto alle sue donne gli si ritorce contro in una spirale che gli strozza il respiro e dal quale tenta affannosamente di liberarsi. E Tona continua a rimanere irraggiungibile, mentre lo inseguono le conseguenze del suo orgoglio, della sua misoginia, della sua ignoranza del vivere. Un romanzo sull’aridità affettiva e il possesso, dentro la cabina di un camion. La sosta dell’anima fredda.

“Vita sentimentale di un camionista” di Alicia Giménez-Bartlett, ed. Sellerio Editore Palermo

 

 

Panda vive nella città di  Preferita. Il giorno del suo compleanno riceve in regalo un pennino magico che, dandogli una serie di indizi, lo spinge a mettersi in viaggio sulle tracce del nonno. Un nonno molto amato che Panda ha perso in un luogo misterioso. Il viaggio di Panda si rivela denso di incontri, imprevisti, è popolato da personaggi tanto speciali quanto paurosi o divertenti: Ansia, Curiosità, che ha il brutto vizio di trasformarsi in Ossessione, Panico, Ozio con le sue figlie Pigrizia e Creatività. Simbolo del percorso interiore di una vita intera, personificazione delle angosce e delle ironie dell’esistenza di chiunque e di tutti noi, Panda ci conduce in una spirale inebriante e originale che si trasforma insieme alle immagini che la rappresentano. Una graphic novel imponente e tenera, spaventosa e leggera quando serve. Per farsi cullare dall’immaginazione e sostare presso le emozioni universali.

“A Panda piace l’avventura” di Giacomo Keison Bevilacqua ED. Feltrinelli Comics

 

Come in un poliziesco classico, inquadrature inedite rivelano dettagli e indizi dei giganti americani delle strade, i magnifici Trucks. Ripresi non nella loro maestosa grandezza e imponenza, ma in piccoli dettagli che ne raccontano il carattere, la presenza, la scarsa discrezione, la personalità di chi li conduce lungo le strade giganti degli Stati Uniti. Lucide marmitte, specchietti retrovisori che diventano riflettori di cieli immensi, radiatori e cofani bullonati. Ogni sguardo cattura angolature e spigoli di personalità, ogni foto racconta un viaggio e la storia di chi l’ha fatto, orgogliosamente ogni giorno fin lì. Un libro fotografico nato per caso e per scelta diventato una mostra, una rappresentazione del mito americano di libertà e distanze sconfinate, di viaggio ed avventura, di ossessione e mania. Verso l’orizzonte, il cielo blu e l’ottimismo americano. So-stare nel particolare.

“American Trucks” di Ulysse Fréchelin ed. MB&F M.A.D.Gallery