Spesso la fotografia d’autore si interroga su temi tecnici, su quali siano le regole pratiche di una costruzione visiva corretta, lasciando alla macchina il lavoro appunto più “meccanico” di catturare quella somma di linee e proporzioni attentamente distribuite. Sembra così che la funzione reale della fotografia si perda dietro l’artificio momentaneo, quando l’arte di questa rivive proprio nelle capacità di rendere eterno un frammento di tempo stendendolo nero su bianco. Questo non deve escludere la costruzione fotografica, ma deve saper equilibrare le parti in un rapporto basato sul “dare e avere”.
Charlotte Perriand (Parigi, 1903-1999) è forse una delle più abili equilibriste sulla scena fotografica del Novecento. Dovuta anche agli stretti rapporti con i nomi del design e dell’architettura di quegli anni, da Le Courbusier a Leger, la ricerca artistica della Perriand è volta a catturare la donna, il paesaggio in un momento di spontanea idealità. Dove tutto è disposto autonomamente in una posizione voluta. Da questa sua innovazione nasce la volontà di inaugurare una mostra intitolata “Charlotte Perriand. L’avanguardia è donna”, fino al 25 settembre 2022 alla M77 Gallery di Milano.
L’artista, designer, attivista francese, pioniera del modernismo, cresce e si lascia guidare dalla spinta del progresso industriale del ‘900, tanto da creare in lei un desiderio contemporaneo di piacere, che la rende attuale, come se le immagini di donne ritraessero una figlia del 2000, e non una femme fatale degli anni ’40.
La M77 Gallery vuole porre l’attenzione sulla multicanalità del messaggio artistico della Perriand, che spazia dall’emancipazione femminile alla sensibilizzazione ambientale, arrivando a sfiorare anche temi complessi come l’analisi psico-fisica. Alcuni di questi temi si vanno a definire negli anni, grazie a viaggi in Europa e in Oriente, alla ricerca di culture diverse, donne e paesaggi nuovi. Mentre, il rapporto con il design, che fu compagno di sperimentazioni, viene riproposto in una collaborazione tra la galleria e Cassina, che dispone il suo mobilio a cornice dell’esposizione, coinvolgendo sempre più lo spettatore in questa narrazione biografica di una donna dalle immense passioni.
E così su due spazi vengono riproposte le tappe di un tour emotivo e personale che mostra quanto sia fragile l’io, piccolo se guardiamo la sua veste e cioè il corpo e, ancora più piccolo, minuscolo, se lo poniamo vicino alla Terra. Evocativa è l’immagine scelta di presentazione della retrospettiva che mostra una donna nuda che solleva le mani, quasi a ricreare la statua di una Venere vittoriosa che impugna il verbo del sapere e quello della vita e, anche se non si vede il volto del soggetto, sembra sorridere.
Charlotte Perriand non è stata una donna al servizio del cinema della vita, ma regista, sceneggiatrice e autrice del suo lungometraggio e forse anche spettatrice silenziosa ed estasiata davanti allo spettacolo sociale.