Sprazzi di luce fendono l’oscurità, ingranaggi arrugginiti e martelli pneumatici producono un rumore assordante, metallico, freddo; il calore delle pareti strette, basse e ripetutamente colpite e scavate dai colpi dei minatori di Tautona colma lo spazio. Tra le più profonde al mondo, la miniera sudafricana è la protagonista della quinta dell’opera “Western Deep”, realizzata dal celebre artista e regista Steve McQueen, in mostra negli spazi di Pirelli HangarBicocca con la personale “Sunshine State”. Il suono stridente e costante di un allarme accompagna la discesa e il cammino dei minatori attraverso claustrofobici cunicoli dove le condizioni di lavoro, a dir poco al limite, sfiancano i lavoratori. La grana della pellicola Super 8mm conferisce ulteriormente all’opera una sorta di materialità che permette allo spettatore di immergersi nelle profondità della Terra, quasi tastare con mano le pareti rocciose.
La ricerca di una materialità filmica che non esclude un’importante componente sonora, in aggiunta a tematiche quali questioni identitarie, sociali e storiche caratterizzano il lavoro di McQueen fin dai suoi esordi e sono sottolineate ancora dall’opera “Carib’s Leap”, che l’artista presenta per la prima volta nel 2002 in concomitanza con “Western Deep”.
Questa è un’opera composta da due video realizzati a Grenada, isola caraibica e luogo d’origine della madre di McQueen, con cui l’artista denuncia il colonialismo europeo, riportando alla luce l’occupazione del 1651, a cui molti abitanti dell’isola preferirono il suicidio, lanciandosi dalle alte scogliere insulari, pur di evitare la cattività francese. Il gesto estremo viene ripreso dal regista, inserendo, in uno dei due video, immagini antropomorfe che cadono in lontananza in un volo colmo di significato che trascende concetti come il tempo e lo spazio.
La mostra “Sunshine State” ricalca la carriera pluriventennale dell’artista britannico, soffermandosi sul concetto di identità, sottolinenando i drammi della società e l’instabilità della condizione umana. Opere che riflettono sul concetto di intimità del corpo e sulla sua conseguente fragilità e opere che insistono sul concetto di identità, sia personale che nazionale.
Un esempio è individuabile in “Static”: film in 35mm della durata di 7 minuti circa che restituisce un ritratto inedito di un simbolo iconico della società occidentale come la Statua della Libertà di New York City. Riprese dello skyline della metropoli americana sono alternate ad inquadrature che riprendono dettagli della statua, mostrando al pubblico segni di corrosione e di instabilità sulla superficie della struttura esterna del monumento. Le riprese sono state effettuate nel 2009, il primo giorno in cui la statua fu di nuovo accessibile dopo gli attentati dell’11 settembre 2001: il video evoca riflessioni sul concetto di libertà, di identità e di sicurezza, spostando l’attenzione dello spettatore dalla panoramica al minimo dettaglio.
“Sunshine Sate”, a cura di Vicente Todolí e in collaborazione con la Tate Modern di Londra, è in mostra negli spazi Pirelli HangarBicocca,a Milano, fino al 31 luglio 2022.