L’artista italo argentino Mariano Franzetti ha esposto nel prestigioso Palazzo Hercolani di Bologna un progetto in cui la sperimentazione materica delle sculture e gli arazzi policromi si spingono verso un nuovo espressionismo contemporaneo. Un percorso eclettico tra l’Argentina e l’Italia, tra l’architettura, l’arte e la moda.
La mostra, dal titolo “Putty Toys Tricky, Loro”, segna un importante sviluppo nel percorso creativo dell’artista, che, senza rinunciare alla dimensione pittorica e neofigurativa, si declina ora verso una tridimensionalità materica ricca di contrasti. In queste nuove opere, Franzetti produce in un flusso libero, utilizzando tutte le forme e le tecniche che negli anni hanno caratterizzato il suo percorso, sculture umanoidi dalle espressioni e dalle movenze distorte, mai a loro agio né perfettamente collocate nello spazio, arazzi realizzati a mano e dipinti su tela e acquarelli.
Addentrandosi nella mostra, lo spettatore trova una serie di sculture e di arazzi che raccontano le vicende e i caratteri questa strana e grottesca community di personaggi, che indossano abiti iconici delle grandi maison della moda, come Saint Laurent, Celine, Prada, Bottega Veneta.
Personaggi eclettici ed eccentrici, “diversi e deformati” nell’abbigliamento, nelle pettinature, nelle forme e nelle sembianze e anche negli stili di vita, nella cultura e personalità. “I personaggi di Putty Toys Tricky riflettono bene i contrasti del nostro tempo. Sono brutti, ma cool.. o, forse, troppo cool, ma brutti?”, si chiede Mariano Franzetti.
Originariamente queste sculture in stucco erano state pensate per sostituire i modelli quando, durante il lookdown del 2020, era impossibile realizzare shooting di moda. Con il passare del tempo, si sono moltiplicate, trasformandosi in soggetti grotteschi, dai volti deformi con pochi capelli colorati in testa, ma dai look super cool. In modo del tutto spontaneo, è così nata un’intera generazione di personaggi “ugly but cool”.
“Una strana e deforme comunità di individui che, pur indossando abiti delle più prestigiose griffe di moda, si atteggiano in posizioni anomale, parlano un linguaggio incomprensibile, si muovono in modo strano e bizzarro. Ma è proprio grazie a questa loro diversità e questa loro distanza che questi personaggi vivono e comunicano”, spiega Franzetti.
Lavorando su questo dualismo costante, tra realtà e voglia di apparire, alla ricerca di una bellezza non canonica come quella imposta dalla moda, Mariano Franzetti ha dato vita a dei Beautiful Loser, che riflettono bene le contraddizioni della realtà che ci circonda. In queste “scoolture” di improbabili fashion victims emerge con forza un percorso spirituale, in cui il corpo diviene metafora di un universo imperfetto in cui al centro è “la costante umana”. Ed è in questi luoghi che si cimenta l’arte di Mariano Franzetti, in quella parte dell’io nella quale avviene lo scontro primordiale, luminoso e sostanziale, con se stessi, fin dalle origini. Un’esplorazione senza limiti che mette al centro il dualismo tra materia e spirito, luce e ombra, bellezza e bruttezza, verso la ricerca di un archetipo assoluto.
Un universo costituito da fantasie apparentemente giocose, narrative stravaganti, atmosfere inusuali e affascinanti, che lasciano un segno sui fruitori, suscitando emozioni e stati d’animo differenti.