“A volte i libri riflettono cose della vita, a volte la vita si riflette nei libri.
Tre libri alla volta, un filo rosso che li unisce. Leggere, guardare, emozionarsi”.
Un giorno un’amica, parlando della sua numerosa famiglia, disse: “E’ arrivato il momento di sparpagliarci un po’”. Dopo anni in cui si è stati vicini vicini, in cui ci si è occupati l’uno dell’altro, si è litigato per il bagno, si sono condivise cose belle e meno belle della vita, è ora di rompere le righe e sparpagliarsi. Un’immagine potente che racconta della famiglia. Quella famiglia che è il luogo in cui si nasce e si cresce, dove se va bene si è anche amati e sostenuti, dove si impara a comprendere il mondo e il significato delle relazioni. Che non sempre è un legame di sangue, a volte è prima di tutto un posto dell’anima e un legame viscerale che si sceglie. Quella famiglia che soffoca, ingombrante, che sembra non lasciare spazio all’indipendenza e alla soggettività. Dove l’imperativo categorico del condividere suona piuttosto come un obbligo a cedere ad altri, a perdere se stessi in favore di un presunto superiore legame familiare. Quel luogo che condiziona il nostro modo di costruire i legami affettivi e amicali, all’insegna della libertà o del “cappio alla gola”, quando il cordone ombelicale che nutre stringe fino a soffocare. Allora sparpagliarsi significa darsi il permesso di andare, esplorare mondi nuovi, allentare i legami tossici, liberare energie verso il mondo esterno, verso esperienze altre. Non significa perdersi. Significa poter ritornare alla propria origine esistenziale, con sguardo rinnovato, curiosità negli occhi, desiderio di incontro, piacere di stare. Sparpagliamoci!
Cacciato dalla madre e dalla comunità del patrigno, Jesse – ragazzo gay di colore – si avventura, quasi ventenne, a Londra per trovare la sua strada. Orfano di padre, rinnegato dalla madre e da tutti quelli che avrebbero dovuto essere la sua famiglia, diverso per colore e per orientamento sessuale. Diverso, perché cerca amore senza condizioni, perché desidera essere amato per quello che è, non per quello che rappresenta. Diverso, perché cerca se stesso mentre si dà al mondo, mentre si svende al mondo, mentre grida al mondo il suo disperato desiderio di esistere. Non è un romanzo gay. Non è un romanzo con un ragazzo gay di colore che viene disassociato dalla sua comunità geovita. È molto di più e molto altro. È un inno alla vita. Alla libertà di essere. Una ricerca esistenziale e delle proprie radici. Un inno al sesso, alla sessualità come espressione di sé, come ricerca di identità. Un’ode potente all’amicizia, alla comprensione, alla bellezza, all’arte, alla famiglia. Una celebrazione della vita. Per quella che è. Profonda, dolorosa, sorprendente, persino bella. A volte. Sparpagliarsi per trovare se stessi.
Latte arcobaleno di Paul Mendez, ed. Blu Atlantide
Un rivoltante mostro peloso dalla sua caverna buia sta in agguato e attende esseri umani di passaggio per mangiarli in allegria. Passa nei dintorni un re che promette al mostro di trovare carne tenera di cui nutrirsi per avere lui stesso salva la vita. L’unica persona in cui si imbatte il pavido re è sua figlia Lucilla che, disobbedendo alle indicazioni del padre di non uscire dal castello, si aggira a zonzo per il regno. Il padre si dispera, Lucilla senza esitazione si incammina verso la caverna del mostro. Tale e tanta è la spavalderia di Lucilla, la sua ironia, spensieratezza, impertinenza, che il mostro peloso soccombe tra le sconsiderate frasi in rima della coraggiosa bambina. Per esplodere di rabbia e diventare un principino carino carino caduto tempo addietro vittima di un maleficio. Lucilla svela l’ipocrisia degli adulti, disposti a sacrificare i bambini per non affrontare le proprie paure e idiosincrasie. Lucilla affronta il mostro con coraggio e spavalderia, con l’incoscienza dello sguardo di chi ha fiducia nel mondo e in se stessa. Tanto da ridere e riflettere. Sparpagliarsi per conoscere la vita.
Il mostro peloso di Henriette Bichonnier, illustrato da Pef, ed. Emme Edizioni
14 fotografi in 25 Paesi europei raccontano, in un viaggio fotografico, le nuove generazioni dell’Europa, tra somiglianze e differenze, sogni, desideri e contraddizioni. Senza giudizi e pregiudizi, sguardi liberi attraverso e di fronte agli occhi di costruirà il futuro di questo vecchio continente. Tanto si chiede alla famigerata gioventù, tanto le si toglie sulla strada verso l’orizzonte. Generazioni che scriveranno una nuova storia di loro stesse, delle loro famiglie – presenti, passate e future – sulle cui vite poggia la scelta rinnovata e tradita di questa Europa unita, grande e stretta, bella e stanca che attende uno slancio forte verso il domani. Sparpagliarsi per costruire il significato di quello che sarà.
Eurogeneration, ed. Contrasto