Un nome d’arte nato per gioco si affianca a un percorso tutt’altro che frivolo: Isabella Franchi, in arte Unghie della Madonna, si racconta in una chiacchierata virtuale.
34 anni, una laurea in moda, dieci anni di esperienza come visual merchandiser e una passione per la nail art sviluppatasi nel tempo.
Isabella inizia il suo percorso lavorativo a Milano nel mondo del retail, che la porta presto a spostarsi a Londra, dove inizia ad approcciarsi alla nail art come cliente. Dopo tre anni, torna a Milano e, non volendo rinunciare alla creatività delle nail artist londinesi e non trovando nessuno che facesse questo tipo di decorazione in Italia, decide di provare da sola, scoprendo come questo la rilassasse moltissimo.
“Nel periodo in cui vivevo a Londra stavano nascendo i primi nail shop specializzati in decorazione e, una volta tornata a Milano, ho trovato un gap nel mercato meneghino che mi ha spinta ad iniziare a creare da me quello che non trovavo qui. Ho quindi cominciato per hobby e poi, complice una consapevolezza che mi diceva di non voler rimanere ancora molto tempo nel mondo del retail, ho deciso di buttarmi”.
Inizialmente creava disegni solo sulle proprie unghie, poi, ricevendo molti riscontri positivi – la fermavano anche in strada per farle i complimenti e chiederle dove le avesse fatte – ha capito di non essere l’unica a ricercare questo tipo di nail art, che in quel momento non era disponibile a Milano. Unghie della Madonna è quindi nata da una necessità unita a una passione, che ha coltivato e perfezionato frequentando corsi e rimboccandosi le maniche per concretizzare il progetto.

Perché hai scelto il nome Unghie della Madonna?
Il nome è nato un po’ per caso quando lavoravo ancora nel mondo del retail. Avevo iniziato da poco a farmi le unghie da sola applicando degli sticker, quelli che andavano di moda qualche anno fa con angioletti e madonnine, e, scherzando con i colleghi, è nato il gioco di parole ‘Ma sono proprio Unghie della Madonna!’. Quando ho deciso di concretizzare il progetto non ho avuto dubbi sulla scelta del nome.

A cosa ti ispiri quando fai ricerca? Hai un’icona di riferimento? Quanto spazio occupa la creatività nel tuo quotidiano, tra ricerca on line, mostre, musei?
Faccio ricerca un po’ ovunque. Durante la pandemia, principalmente on line e confesso essere stato molto più difficile. Spesso la mia ricerca avviene spontaneamente, non è una cosa che pianifico, semplicemente durante una passeggiata o una visita a una mostra, mi lascio trasportare e cerco di cogliere le cose che mi piacciono, che mi colpiscono, per poi reinterpretarle nel mio operato. A questo si aggiungono ovviamente i viaggi che ti permettono di scoprire culture differenti e conoscere nuove cose, magari mai utilizzate prima come ispirazioni. Non ho un’icona di riferimento, amo l’arte contemporanea, che è sempre stata una parte fondamentale del mio processo creativo e anche il mondo della moda, dalle sfilate attuali ai grandi stilisti del passato. Purtroppo, il periodo della pandemia ha rallentato il processo creativo di tantissimi artisti, ma speriamo di poterne uscire presto definitivamente e di poter ricominciare a viaggiare.

Il fatto di venire dal mondo della moda influisce sul tuo modo di percepire e reinterpretare le tendenze? Cosa ti porti dentro di quelle esperienze?
Il mondo della moda sicuramente ha influenzato il mio modo di lavorare e il mio background. Sono stata molti anni nel retail e questo ha influito nello sviluppo di un gusto diverso rispetto alla proposta che c’era nel mondo della nail art fino a qualche anno fa. Non penso di aver inventato nulla, ho semplicemente unito le mie passioni per creare una professione e seguire quello che mi piace fare. Sicuramente, il fatto di avere una conoscenza un po’ più approfondita della storia della moda e dell’arte ha fatto si che la mia estetica si ispiri molto a quello.

Lavori sull’unghia naturale del cliente creando una nail art personalizzata, si può dire che imbastisci sulle unghie un abito unico e su misura. Come si svolge tutto il processo, dall’ideazione alla trasposizione?
Il processo creativo e di ideazione dipende molto dalla tipologia di cliente, in quanto lavoro sia con privati sia con brand. Con il cliente privato cerco di capire il tipo di persona che ho davanti, chiedo sempre qualche referece per avere un’idea di cosa preferisce e in base a quello creo qualcosa sul momento. Infatti, i miei appuntamenti sono spesso molto lunghi, circa un paio d’ore, proprio perché mi piace prendermi il tempo per creare qualcosa di totalmente personalizzato. Quando lavoro invece su set fotografici, il cliente è molto spesso un brand che mi contatta avendo già un mood. In questo caso, partendo dalla loro idea, preparo degli sketch che condivido  e dopo il feedback del cliente, inizio a creare le tip vere e proprie da applicare poi per lo shooting.

Ultimamente il trend delle ricostruzioni esagerate sta lasciando spazio a un lavoro su un’unghia naturale. Come pensi che si evolverà il mondo delle nail nel prossimo futuro?
Non sono d’accordo sul fatto che il trend delle ricostruzioni esagerate stia volgendo al termine. Penso che queste tendenze coesisteranno. Attualmente, si è sviluppato di più il trend della nail art sull’unghia naturale, cosa che fino a qualche anno fa non si considerava nemmeno, ma non credo che un trend andrà a sorpassare l’altro. Secondo me coesisteranno e questo dipende anche dalle diverse zone. Per esempio, in America il trend delle unghie lunghissime non credo passerà mai, perché è una cosa che hanno nella loro cultura, nel loro background. Al contrario, in Corea e Giappone c’è la cultura dell’unghia corta da molto prima rispetto a quando è arrivata qui in Europa. Semplicemente, ci sono persone che prestano più attenzione alla decorazione dell’unghia e quindi ad avere nail più particolari rispetto a qualche anno fa.

C’è un personaggio a cui vorresti realizzare una nail art?
Ho sempre detto ASAP Rocky, perché è stato uno dei primi a scardinare il tabù delle nail su un uomo. Adesso, direi Dua Lipa, perché ha sempre delle unghie pazzesche e mi piacerebbe riuscire a fargliele quando verrà in Italia.

Layla gel polish, Alessandro Enriquez shirt, Versace bracelets, Nastro ring, Acne Studios wallet, Bernard Delettrez ring with lips.


Alcuni uomini stanno iniziando ad avvicinarsi al mondo della nail art. Questa inclusività gender fluid è l’inizio di una tanto attesa rivoluzione o un trend passeggero?

Mi auguro davvero non sia una moda passeggera, credo che stia andando in parallelo con quello che sta accadendo nella moda e ovviamente anche il trend delle unghie si sta associando a questa piccola, grande, rivoluzione. Per cui, anche se magari adesso c’è stato il boom per via di una serie di influencer e personaggi pubblici che hanno indossato unghie colorate, spero che vada a scardinare i canoni convenzionali, che ormai sono obsoleti e andrebbero cambiati.

Il passaparola tra influencer e personaggi famosi per te è stato importante, ma anche i social oggi sono una vetrina quasi obbligatoria. Che rapporto hai con questi?
È un po’ un amore odio. Al l momento come piattaforma utilizzo solo Instagram, che mi ha permesso di arrivare a tante persone, compresi tutti i personaggi famosi e influencer con cui ho avuto la fortuna di lavorare. Per cui devo molto a Instagram, soprattutto nel periodo di pandemia ho potuto creare contenuti e tutorial che hanno incrementato il mio seguito, dandomi modo di poter collaborare con diversi brand. Dall’altro lato, mi rendo conto di quanto possa influire sulla percezione che abbiamo di noi stessi il fatto di avere sempre la vita degli altri di fronte a noi. Si continua a causa dei social a fare questo costante confronto tra ciò che vediamo e ciò che abbiamo. Quando ero piccola e in età adolescenziale, non esistevano i social, quindi li sto utilizzando con una certa consapevolezza, rendendomi conto di cosa sia corretto guardare. Detto ciò, non nego che a volte sia davvero difficile distaccarsene. Per questo, è amore e odio, ma onestamente non protei lavorare senza.

Cosa c’è nel futuro di Isabella e in quello di Unghie della Madonna?
Ci sono alcune collaborazioni di cui vado molto fiera che usciranno entro quest’anno, di cui non posso ovviamente dire nulla, ma sto cercando di ampliare il mio lavoro ad altri settori merceologici e quindi sto collaborando anche con brand che non fanno parte necessariamente del mondo beauty. Per il resto, è difficile pianificare qualcosa dopo un anno intero di pandemia. Sicuramente, sono nella direzione giusta della mia carriera e sono felicissima di quello che sto facendo. Ho intenzione di aprire uno studio per avere più spazio e per avere la possibilità di fare anche altre cose legate al mondo dell’arte. Non voglio più essere una di quelle persone legate solo al lavoro, che non ha il tempo da dedicare alla propria famiglia e ai propri interessi. Per cui questo è quello che vedo nel futuro sia di Isabella sia di Unghie della Madonna.

 

talent Isabella Franchi aka Unghie della Madonna
creative direction Andrea Bettoni
beauty editor Anna Maria Negri
styling Nicola Pantano
styling ass. Laura Bobak
production Ava Company