Calvin Klein celebra il Pride Month con la nuova campagna #proudinmycalvins. E lo fa chiamando all’appello un cast di giovani talenti immortalati da sei fotografi in un ambiente intimo e disinvolto. Ancora una volta i riflettori sono puntati sul concetto di inclusività. La campagna, infatti, vuole raccontare, attraverso una serie di cortometraggi, i momenti più significativi che hanno caratterizzato la vita dei suoi protagonisti. Offrendo l’opportunità di identificarsi in ognuno di loro. Ciascuno con la propria personale esperienza e il proprio talento, ma tutti indissolubilmente legati da un impegno comune: sostenere la comunità LGBTQIA+. E il primo a farlo è proprio Calvin Klein. Attraverso una serie di iniziative e partnership che hanno come unico obiettivo l’inclusione della comunità LGBTQIA+. Qualche esempio: con il debutto della nuova campagna il brand annuncia la collaborazione, della durata di due anni, con il progetto Trevor. Ovvero l’organizzazione più grande al mondo dedicata alla prevenzione dei suicidi tra i giovani della community. Ma non solo. Calvin Klein sostiene, inoltre, ILGA, International Lesbian and Gay Association, figurando come voce globale per la difesa dei membri della comunità LGBTQIA+ vittime di discriminazioni sessuali, di genere, di identità. E, poi, il brand ha stanziato fondi per la Transgender Legal Defense e L’Education Fund e, insieme alla PVH Corp., continua a sostenere il National Pulse Memorial & Museum. Un’organizzazione no-profit fondata in seguito alla sparatoria in Florida del 12 giugno 2016.
Le presentazioni.
I protagonisti della nuova campagna #proudinmycalvins:
@arca1000000
Arca – ph. Gorka Postigo – Barcellona
Artista nonbinary che unisce diversi generi attraverso musica, performance e pittura. Vive a Barcellona e ha debuttato con lo pseudonimo Arca nell’estate del 2011.
“La prima volta che mi sono concessa di esplorare, in quel momento di connessione, ho sentito una forza vitale. Mi sono liberata da un dubbio… ero entusiasta per ciò che sarebbe successo”- 2009
@honeydijon
Honey Dijon – ph. Matt Lambert – Berlino
Artista, dj e fashion designer, è nata a Chicago e si divide tra New York e Berlino. Il suo nuovo album “Black Girl Magic” è in uscita quest’anno (2021). “La prima volta nella mia vita che qualcuno mi ha visto prima che io vedessi me stessa… È stata un’altra donna trans che mi ha detto ‘Sei nata per indossare la gonna’. In quel momento ho capito che potevo esistere” – 1990
@isaaccolepowell
Isaac Cole Powell – ph. Ryan McGinley – New York
L’attore e cantante americano ha recentemente interpretato il ruolo di Tony nel revival di “West Side Story” a Broadway ed è presente nella nuova stagione di “Modern Love” e nell’adattamento cinematografico Universal di “Dear Evan Hansen”.
“La mia mano è scesa lungo la mia coscia, in attesa di sfiorarlo. Alla fine, l’ha fatto. È stata come una scossa elettrica. Tutto il mio corpo emanava colori. Sapevo che non si poteva più tornare indietro” – 2010.
@kai_isaiah_jamal
Kai Isaiah Jamal – ph. Campbell Addy – Londra
Poeta e attivista, attinge dalle sue esperienze di persona trans di colore. Il suo loro lavoro è fondato sull’esplorazione, la comprensione e lo smantellamento delle norme sociali.
“Non lo dimenticherò mai. La chiamo la mia transizione 2.0. Essere in grado di rientrare nella femminilità e celebrare quella gloria. Mi sono sentita libera e leggerissima”- 2020
@kingprincess69
King Princess . ph. Collier Schorr – New York
Cantante e producer di Brooklyn, ha raggiunto la notorietà grazie al suo primo singolo nel 2018. Grazie a sua madre, che lavora nella moda, ha incontrato per la prima volta la sua famiglia LGBTQIA+.
“Ho iniziato a rendermi conto che facevo parte di questo mosaico queer, capace di realizzare lavori davvero potenti e commoventi… Quando l’ho capito, tutto ha iniziato ad avere senso”- 2012
@omarayuso
Omar Ayuso – ph. Gorka Postigo – Madrid
L’attore madrileno è conosciuto per il ruolo di Omar Shanaa nella serie televisiva di successo “Élite”.
“Quando l’ho detto a mia madre ho pensato che sarebbe rimasta scioccata e avrebbe fatto una scenata. Lei, invece, mi ha detto: ‘Ok, prenderò i biglietti per ‘The Sound of Music'” – 2013
@raisaflowers
Raisa Flowers – ph. Ryan McGinley – New York
Talento eclettico, artista, modella e musa attinge dal suo background indiano e dalle sue esperienze nei club underground queer, per rimodellare il modo in cui la società vede la bellezza e la moda.
“Quando ero alla scuola cattolica la prima volta che mi sono rasata la testa, il mio preside mi disse: ‘Dobbiamo tenerla d’occhio, perché diventerà ingestibile.’ Mi sono sentita una vera dura”- 2010
@samueldesaboia
Samuel de Saboia – ph. Vivi Bacco – San Paolo
L’artista brasiliano queer abbatte i confini tra arte e moda. Si concentra sulla necessità di sostenere e costruire ponti con la comunità queer nel suo Paese.
“Non avevo mai baciato un ragazzo fino a quel momento. Il cuore mi martellava nel petto, ma non riuscivo a vedere il mio petto muoversi”- 2015[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]