Ciao Emanuel, se dovessi descrivere questo periodo della tua vita con una parola, quale sceglieresti e perché?
Mutante, perché cambia veramente di giorno in giorno. È un periodo molto particolare, di cambiamenti importanti nella mia vita. Sto guardando al futuro con positività, nonostante a volte la vita ti faccia qualche sgambetto, però sto cercando di concentrare le forze in questo periodo che, comunque, ritengo fortunato.
Dal teatro alle fiction televisive fino al grande schermo, quale linguaggio narrativo senti più affine al tuo modo di esprimerti come attore?
Sicuramente quello televisivo, o comunque quello che ha a che fare con la macchina da presa. E, dopo aver fatto il Centro Sperimentale di Cinematografia, devo dire che c’è stata subito una risposta a livello professionale. Di teatro ne ho fatto veramente poco, ma anche perché mi piace molto di più stare davanti all’obiettivo, è come se mi conoscesse un po’ di più rispetto al teatro.
Hai studiato recitazione in Italia e in Cina. In che modo queste diverse esperienze culturali hanno influenzato il tuo approccio nella recitazione?
È stato interessante studiare a Shanghai. Ho vissuto lì un mese grazie a una borsa di studio ottenuta con il Centro Sperimentale. L’ambiente artistico a Shanghai viene visto proprio come una scuola e la formazione si potrebbe definire quasi “da esercito”. Mi ricordo che alcuni degli esercizi erano basati sulla forza mentale e fisica, tantoché alcuni allievi venivano mandati via dalla classe durante la lezione perché non riuscivano a tenere quel ritmo. O addirittura ricordo di alcuni allievi cinesi che vomitavano durante la lezione per quanto fosse estenuante il lavoro richiesto.
Quindi è stato un importante esercizio di disciplina, cosa che in Italia accade meno. È stato interessante vedere il modo quadrato che hanno di lavorare sul personaggio, sulle storie, sulla sceneggiatura. Ogni building aveva una disciplina – regia, recitazione, ballo – e in ognuna di queste veniva affrontata la materia fino in fondo.
Sei impegnato nelle riprese de Il Paradiso delle Signore. Qual è stata la sfida più grande nell’interpretare il personaggio di Salvatore Amato?
Il dialetto. Già dal provino ero terrorizzato, perché cercavano un attore siciliano, ed io con il mio dialetto romano ho pensato: “Come faccio?”
In quel periodo però lavoravo come cameriere in un ristorante ed ero molto amico di una ragazza, anche lei cameriera, che era siciliana. Per tre giorni non abbiamo dormito e ho cercato di imparare bene il dialetto. Dopo tre giorni diciamo che mi sentivo un po’ più siciliano e alla fine è andata bene. Il copione sembrava una cartina geografica, una sorta di caccia al tesoro, piena di accenti, di frecce, di parentesi.
Oltre al cinema nutri una passione anche per la musica. Il Paradiso delle Signore è ambientato negli anni ’60 e la musica di quell’epoca ha un fascino particolare. Ti ha influenzato in qualche modo durante le riprese?
La musica degli anni ‘60 è tra quelle che io amo di più, sono molto legato alle canzoni di quell’epoca, le ascolto anche in casa, perché sono canzoni che mi riportano in un contesto che, per una questione generazionale, non ho vissuto. Era un periodo in cui, secondo me, era tutto più bello. E grazie a Il Paradiso delle Signore, con le sue colonne sonore, rivivo un po’ quegli anni, e mi aiutano tanto nell’interpretazione del ruolo.
Parliamo di Inganno, un’altra serie cinematografica che ti vede protagonista. Come ti sei preparato per interpretare un personaggio coinvolto in una storia così carica di tensione emotiva e ambiguità morale?
Prima di girare abbiamo trascorso due mesi nella lettura del copione, abbiamo studiato a fondo il personaggio, abbiamo fatto un’analisi grammaticale di tutto il testo, di ogni singola parola, e del significato che potesse avere. Poi è stato reso tutto un po’ più facile grazie alla presenza, nel cast, di attori del calibro di Monica Guerritore, che nella serie interpreta il ruolo di mia mamma, Giacomo Gianniotti, e del regista Pappi Corsicato, che comunque è un autore cinematografico. L’insieme di tutti questi fattori ha reso possibile la nascita di Stefano, il personaggio che ho interpretato.
C’è un film o un regista che ha cambiato il tuo modo di essere e di guardare il mondo?
Io ho amato i film di Xavier Dolan, un regista giovanissimo, che ha un linguaggio pop-drammatico. Mi dispiace che abbia smesso di produrre film, ha detto che si è voluto prendere un periodo di pausa, ma spero riprenda, perché lui mi ha aperto un mondo. Ha inventato, ad esempio, delle nuove inquadrature, dal 16:9 al 4.3. A volte, quindi, non è detto che bisogna sempre seguire le regole, lui secondo me non le ha seguite nei suoi film e ha avuto ragione.
L’evoluzione della moda riflette spesso dei cambiamenti sociali, quale messaggio secondo te ha il potere di trasmettere un capo di abbigliamento?
Secondo me la moda e lo stile hanno un minimo comune denominatore, la libertà: di pensiero e di linguaggio. La moda secondo me rappresenta questo, la libertà di esprimere la propria personalità.
Da attore, qual è il messaggio che vorresti trasmettere a chi sogna di seguire una strada simile alla tua?
Di non aver paura di inciampare, di cadere, perché è in quelle situazioni che io ho imparato qualcosa, è dai tanti “no” ricevuti, dalle volte in cui mi sono sbucciato le ginocchia. I “si” danno soddisfazione, una gioia istantanea, però non mi hanno insegnato molto. Quello che suggerisco è di approfondire, studiare, perché oggi si vuole raggiungere subito l’obiettivo, si pensa a voler conquistare subito il grande pubblico, ad avere successo a tutti i costi, senza una formazione, senza farsi del male con i sacrosanti “no”.
Progetti futuri che ci puoi svelare?
C’è una progetto molto importante a cui sto lavorando però si scoprirà strada facendo, diciamo che ci sarà un grande cambiamento. C’è quindi qualcosa che bolle in pentola, ma non si può dire ancora nulla, per il momento.
Photo Massimiliano Gallus – @massimilianogallusphoto
Photo ass. Antonio Dajani – @daja.anton.io
Creative direction Andrea Bettoni – @_andreabettoni
Style Carlo Alberto Pregnolato – @carlo_alberto_pregnolato
Style ass. Lorenzo Salmone, Camilla Molteni – @salmonelorenzo @camilla.molteni
Make-up and hair Giovanni Iovine – Green Apple Italia – @gioiovine – @thegreenappleitalia
Talent Emanuel Caserio – @emanuelcaserio
Publicist Mpunto- @mpunto_comunicazione
Production Valentina Uzzo – @valentinauzzo_
Production ass. Lorenzo Salmone – @salmonelorenzo