Da quando la pandemia e le sue conseguenti imposizioni ci hanno obbligato a rivalutare gli spazi, riscoprendo quello domestico, la casa è diventata una fucina di ispirazione e sperimentazione. Complice lo smartworking, propulsore di una nuova vita tra le quattro mura, la rivoluzione, dal nome “cozy-core”, ha stravolto le nostre abitudini, obbligandoci ad una rilettura delle priorità. Così la moda, immancabile protagonista dei mutamenti sociali, narra questo progresso, interrogandosi su quale sia il nostro “luogo sicuro”. Un lento e lungo percorso che inizia in realtà molto prima e che ha visto l’home decor divenire abito, accompagnato da una ricerca che spazia dal mondo tessile a quello contenutistico, capace di intravedere in una trapunta un piumino da indossare e in una coperta di lana l’avvolgente morbidezza di un cappotto.

È quest’ultimo il capo simbolo di questa innovazione, per la prima volta apparso nella collezione F/W 1999 di Maison Martin Margiela, che, collaborando con il produttore italiano Featherlite, creò il primo duvet-coat, dotato di maniche staccabili. Una storia che nella maison francese continua tutt’ora grazie alla linea Maison Margiela Artisanal, nata nel 2006 proprio con l’intento di trovare la preziosità in ciò che apparentemente non lo è. Come fece nel 2015 anche Jean Paul Gaultier, vestendo le modelle con giacche realizzate con tessuti da interno e coperte-cappotti in lana merinos, in nome di una sensualità quotidiana. In quello stesso anno, anche Comme Des Garçons attinse all’home design per presentare una collezione che indagava sul rapporto tra uomo e self-space, spiegando ancora una volta il delicato equilibrio che regola le due parti. Indimenticabile, poi, lo show F/W 19 di Etro, nel quale Veronica e Kean Etro recuperarono, dalla linea home, i tessuti di scarto per andare a costruire un nuovo immaginario di “casa in movimento”, tra coperte stampate e spesse calze a vista.

E se prima la funzionalità di un cappotto e la sua forma a coperta erano il vezzo di una nuova estetica, ora sono l’immagine di una nuova società, che fonda sul valore della praticità la riscoperta del movimento e della moda come cura verso se stessi.

Dalle ultime collezioni Resort alle recenti apparizioni nella settimana dell’uomo F/W 23, il cozy blanket coat cattura la scena con il suo immaginario home made. Per Dior il cappotto della Cruise 23, presentata a Siviglia, si alleggerisce, diventando una coperta che impreziosisce il completo sartoriale nero, restituendo al capo principe della tradizione spagnola la sua storica funzione: proteggere dal rigido freddo che colpisce l’entroterra dell’Andalusia.

Sempre di tradizione ed iconografia parla Burberry che non rinuncia al suo iconico check anche per presentare la sua coperta della Resort 23, lontana dalla forma del cappotto, ma vicina in uso e funzione. Un capo non nuovo nel mondo del brand inglese che già nel 2015 aveva realizzato maxi coperte diventate poi protagoniste di stagione. Più soffice e morbida che mai, Aspesi mostra la sua ultima creazione: un piumino-coperta trapuntato in nylon. Non di certo un’eccezione in casa Aspesi, ma un’innovazione che concilia più spazi, dalla lentezza della casa al dinamismo della città, in un caloroso abbraccio. La trapunta, realizzata in un nylon storico di Aspesi, disponibili nelle tre varianti colore rosso-giallo, rosso-verde e blu-giallo, è in vendita in esclusiva negli store del brand di Milano, Roma e Firenze.

Avanguardista e contemporaneo, moderno e con quel tocco 80s, il cappotto di Fendi per la F/W 23 man, è la nuova divisa del clubber di oggi. Lungo e minimale, guida l’occhio tra linee definite e una shape fintamente organica, mostrando una delle mille interpretazioni del concetto di funzionalità. Lontano dalle scene della discodance, l’uomo di Etro per la F/W 23 è il risultato di un incontro tra il neo designer Marco De Vincenzo e le mura familiari dell’archivio, dalle quali recupera il pattern Peasley e qualche disegno grafico per regalare al pubblico spessi cappotti strutturati, realizzati con tessuti di recupero della linea homewear, perché, come lo stesso De Vincenzo afferma: “Questa collezione nasce da una coperta, un pezzo della mia vita che ho voluto portare nella storia di Etro”.

Anche per Federico Cina l’uomo della F/W 23 è protagonista di una storia autobiografica. Un nostalgico abitante del tempo che scorre a ritroso, a quando si era fanciulli e si passavano le giornate nella casa dei nonni, dove una semplice coperta bianca era una soffice carezza, ora riproposta a forma di cappotto.

@billieeilish

Non solo sulla venue di show e tra gli scatti di campagne, ma anche alle soirée dello star system, la morbidezza del cozywear avvolge le celebrity tra coperte e nightwear. Come per Billie Eilish accompagnata da Jesse Rutherford al Lacma Film Gala, dove il duo è apparso avvolto in una coperta realizzata appositamente da Gucci, con sotto l’immancabile sottoveste a micro logo: una divertita provocazione che abbatte ogni forma di finzione. Ma non è la sola. Asap Rocky è stato tra i primi a “sfidare” le convenzioni dell’eveningwear, sorprendendo il pubblico del Met Gala nel 2021, con una coperta a intreccio proveniente dalla collezione S/S 22 del brand ERL: un omaggio del cantante americano alla tradizione del “memory quilting”, che consiste nel dare nuova vita agli scarti di tessuto.

E, così, tra una nuova quotidianità che allarga le mura di casa e il desiderio di un nuovo dailywear che risponda alla funzionalità, il blanket-coat è la risposta creativa al post pandemia, figlio legittimo di un nuovissimo “norm-core”.