L’artigianato sostenibile che si realizza nella reinterpretazione della materia come sperimentazione tessile: questa è la mission del collettivo di quattro designer dai background stellari, che insieme formano AT.KOLLEKTIVE. Un brand che nasce come progetto condiviso, volto a riportare l’attenzione del pubblico e del sistema sul rapporto tra designer, oggetti e consumatori, come fossero micro tasselli di una catena a filiera green.

Natacha Ramsay-Lévi (ex direttrice creativa di Chloé), Isaac Reina (ex collaboratore da Hermès), Kostas Murkudis (consulente per Balenciaga), Bianca Saunders (recente vincitrice del premio ANDAM) sono le menti che vivono dietro il brand voluto e sostenuto da Ecco Leather, nome d’eccellenza per la ricerca dei pellami, che da anni si impegna nel rendere la moda una macchina creativa ad impatto zero e che si pone come tramite tra design e ambiente. Un binomio incontaminato dal meccanicismo della fabbrica, che si nutre della sapiente maestria dell’artigianato europeo. I contributor – come i magnifici quattro si definiscono – danno vita a un’unica collezione che racchiude nove capi chiave per ognuno, spaziando tra calzature, interni, mobili, accessori, piccola pelletteria e ready-to-wear.

 

La pelle diventa la base comune per costruire ed immaginare il design del futuro, che si allontana dai meccanismi di produzione di massa, così da evitare sprechi per avvicinarsi invece a un’idea di atemporalità, data dall’abile unione di manifattura e ricerca. È lo stesso nome, AT.KOLLEKTIVE, a rimandare ad un senso di unione, riportando in auge un’idea di moda e design collettivo, che non vuole offrire un prodotto finito, ma un’esperienza fondata su valori condivisi. Il risultato di questo incontro creativo permette la continua innovazione, in un mercato che a volte risulta omologato. Diverso da tutti gli altri, AT.KOLLEKTIVE non è una fabbrica, ma più una galleria espositiva dove l’opera più preziosa è proprio la creatività, protagonista di un’esposizione che, di collezione in collezione, vedrà l’intervento di un nuovo progettista ideatore degli spazi. Il primo ad essere stato chiamato è Bernard Dubois, noto per il suo approccio sintetico, capace, anche questa volta, di racchiudere in forme modulari il senso di collaborazione che distingue il brand.

AT.KOLLEKTIVE, che per il suo debutto sceglie i due appuntamenti di Parigi per la Paris Man Fashion Week S/S 23 e la successiva Couture Week, ha presentato quattro interpretazioni della pelle. Natacha Ramsay-Lévi attinge dalla sua esperienza da Chloé per realizzare borse, scarpe e mobili dai profondi richiami culturali, che ricordano gli intrecci e le lavorazioni del Sud-America, anche per la scelta dei colori a contrasto. Isaac Reina, a sua volta, dopo gli anni da Hermès e gli studi in architettura, realizza accessori dal taglio modernista, con linee pulite e forme che richiamano l’urbanistica nord europea. Per la più giovane del collettivo, Bianca Saunders, la pelle è sinonimo di forma e possibilità. Realizza borse che esaltano la malleabilità della pelle, capace di adattarsi al suo contenuto, grazie alle innovative tecniche di cablaggio delle cuciture. Presenti nella mini collezione della Saunders anche scarpe dalle forme ondulate e una sedia lounge che segna il debutto della designer nell’arredamento. Al contrario, Kostas Murkudis elimina le cuciture, creando borse con avanzati sistemi di incollaggio. I suoi modelli si rifanno alla borsa in carta, della quale riprende la rigidità apparente e la shape boxing tradotta nella pelle della società Ecco Leather. Realizza anche scarpe che uniscono il dinamismo della sneaker alla leggerezza dei sandali.

Un processo complesso che vuole sensibilizzare il pubblico, invitandolo ad essere partecipe in questo progresso culturale che fa della pelle il suo mezzo d’espressione. Il progetto collaborativo ambisce ad espandersi sempre più, portando il suo nome nelle capitali del mondo: prossima tappa Copenaghen.