“In questa nuova collezione, ci sono tailleur, abiti lunghi come Mademoiselle Chanel li immaginava negli anni Trenta, aderenti al corpo, anche se qui hanno spalle forti, e abiti plissettati come l’abito da sposa. Il pizzo è intarsiato, rielaborato, non ricamato, ma ridipinto”. Spiega così la collezione Chanel Haute Couture 22/23, andata in scena al centro ippico Étrier de Paris, il direttore creativo Virginie Viard. “Spalle rotonde, schiene squadrate, ricami dalle forme e dai motivi geometrici, richiamo agli anni Trenta, ma anche agli anni Settanta, che risuonano con il costruttivismo di un arredamento molto grafico. Parola chiave questa, a cui Karl Lagerfeld era particolarmente legato”.

Una collezione in cui il savoir-faire di Chanel può trovare espressione tra i pizzi e i ricami, le lavorazioni minuziose, i tagli e i dettagli, grazie al lavoro delle Maison d’art che rendono ogni creazione unica ed esclusiva.

Abito-cappotto con colletto alla Peter Pan, in pizzo guipure di lana e cashmere rosa cipria, sfoderato per mantenere la trasparenza, modellato dall’atelier “Tailleur” su una base di tulle con cuciture. Il pizzo guipure è interamente intarsiato, secondo una tecnica specifica che permette di rendere invisibili le cuciture e di avere motivi belli da vedere dal dritto e dal rovescio,  tranne in vita, dove è rifinito da una treccia tono su tono per dare l’impressione che l’abito sia composto da un unico pezzo di tessuto. La treccia sul colletto, sulla vita e sui polsini è realizzata all’uncinetto. Una lavorazione meticolosa, ben espressa attraverso questi numeri: 40mm è la distanza tra le trecce del cappotto, 2,3cm per il colletto, le tasche e i polsini delle maniche e 2,7cm per la cintura. 5.100 metri: la lunghezza del filo intrecciato necessaria. 6: le ore di lavoro.

 

Completo due pezzi in organza nera, con motivi grafici interamente ricamati da Lesage, con paillettes nei toni dell’argento, di diverse dimensioni, forme e trattamenti, opache, striate, lucide, a raggiera, martellate, per moltiplicare la luce e riflessi. Già negli anni Trenta, Gabrielle Chanel amava far ricamare paillettes a blocchi di colore, dando vita così a nuovi tessuti, opere d’arte che ricordano dipinti geometrici. Rifiniscono il look, i bottoni gioiello sulle tasche  applicate e sui polsini della giacca dal taglio dritto e spalle larghe. 215.000: il numero di elementi ricamati sull’abito.

 

Completo due pezzi con giacca bolero in organza di seta grigio chiaro impreziosita da piume a righe bianche e nere di Lemarié e abito sottoveste senza spalline in tulle di seta bianco, impreziosito da un ricamo bicolore con motivo geometrico tempestato di stelle d’argento. Due grandi balze in organza grigio perla, con trecce sfrangiate di piume di struzzo tinte, danno ancora più volume alla sottogonna. La stessa lavorazione delle piume adorna anche la giacca bolero svasata, realizzata con strisce di organza ripiegate a metà per formare altre strisce che vengono poi sovrapposte, una volta piegata a metà, la striscia viene accartocciata con una pinza da fiorista calda e infine le sarte aggiungono la treccia di piume. 25: le piume necessarie. 15 metri: la lunghezza totale dell’organza utilizzata.